I colori della notte catturati dall’arte di Kami

I colori della notte catturati dall’arte di Kami

di Valentina Venturi
La poesia della notte, con il calare delle tenebre, acquisisce un’unica sfumatura: l’indaco. Questa tonalità, conosciuta infatti come il colore della notte, mescolata a varie gradazioni di bianco, prende vita dentro nelle opere di Y.Z. Kami, artista internazionale che da ieri espone per la prima volta in Italia. Il merito di quest’eccezionale inaugurazione è di Pepi Marchetti Franchi, la direttrice Gagosian Roma, che lo ha fortemente voluto. L’esposizione dal titolo evocativo “Night Paintings”, propone undici dipinti a olio su tela, esposti al piano terra e nell’ampia sala al primo piano. Disponibile e sorridente, Kami ha accolto Sergio Risaliti del Museo Novecento di Firenze, Delfina Delettrez-Fendi arrivata insieme a Nico Vascellari, l’architetto e collezionista Peter Marino e Anna d’Amelio della fondazione Memmo; la direttrice della Galleria Borghese Anna Coliva è venuta in visita privata un giorno prima. 
 
 

Su ogni tela di questa serie fluttuano presenze di colore blu-bianco, che sembrano apparire appena oltre i limiti della materialità e della rappresentazione concreta: le immagini si muovono tra stati solidi, liquidi e gassosi come una struttura ossea in un vortice latteo e che a sua volta evapora. L’influsso artistico deriva anche dal mondo letterario: salendo le scale è affissa la poesia di Rainer Maria Rilke, dedicata alla notte. Quella nella sede romana Gagosian di via Francesco Crispi segue la partecipazione di Y.Z. Kami al progetto collaterale della 58° Biennale di Venezia “The Spark Is You”, collettiva organizzata dalla Parasol unit foundation for contemporary art di Londra. Romani, stranieri e appassionati d’arte in un continuo via vai hanno apprezzato l’inaugurazione, come il collezionista Nicola Del Roscio, presidente Cy Twombly Foundation e presidente La Fondazione, Rita Pacifici di Rai cultura che si è intrattenuta con Pier Paolo Pancotto curatore La Fondazione e il critico e curatore d’arte Ludovico Pratesi. I dipinti, dai bordi sfumati e i motivi biomorfici scintillanti, delimitano il confine tra reale e l’impalpabilità del sogno.  

L’opera di Y.Z. Kami, influenzata dall’eredità culturale cosmopolita, suggerisce una riflessione filosofica e spirituale: l’artista mimetizza velando, preferendo avvicinare l’infinito e l’ineffabile piuttosto che approfondire i particolari di una presenza religiosa. Y.Z. Kami è nato nel 1956 a Teheran e vive a New York, dove i suoi lavori sono esposti tra l’altro al Metropolitan Museum e al Solomon R. Guggenheim Museum. 
Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Gennaio 2020, 12:11
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