The Suicide Squad - Missione Suicida, 3 buone ragioni per non perderlo

The Suicide Squad - Missione Suicida, 3 buone ragioni per non perderlo

di Alessandra De Tommasi

Nella prigione con più alto tasso di mortalità di tutti gli Stati Uniti vengono reclutati i criminali peggiori: da queste premesse parte The Suicide Squad – Missione Suicida, secondo capitolo del blockbuster DC Comics, dal 5 agosto in sala dopo l’anteprima al Giffoni Film Festival. Questo gruppo male assortito di villain, si ritrova insieme per portare a termine un piano segreto. Nonostante le premesse disastrose, i protagonisti continuano a tirar fuori il peggio l’uno dell’altro e questo si rivela un’arma potentissima. Con un cast stellare, che include Idris Elba e Margot Robbie, questo cattivissimo team mette in scena alcune delle sequenze splatter più lunghe viste finora.

Ecco allora tre buone ragioni per non perderlo e “un’avvertenza per l’uso”, secondo il parere semiserio ma insindacabile di Leggo.


TRE BUONE RAGIONI PER VEDERLO SUBITO:

UNO: Tarantino style:

Cervelli segati in due da un boomerang, arti recisi e armati, orbite trafitte da proiettili: se il solo pensiero di vedere sangue a profusione in pieno stile Tarantino suscita un moto di adolescenziale eccitazione, allora questo è il cinecomic che fa per voi. E per i vampiri, ovviamente.


DUE: Basta con i bravi ragazzi:
Rispetto ai colleghi di Marvel, lo stile di DC Comics – da Batman a Superman – è prevalentemente quello di eroi tormentati che si prendono troppo sul serio.

Per fortuna qui subentra uno squalo con la voce di Sylvester Stallone. Certo, è un po’ basico e ogni tre per due si vorrebbe sgranocchiare i compagni di squadra, ma d’altronde la perfezione non esiste.


TRE: Harley Quinn, scansati:

L’ex fidanzatina di Joker, Harley Quinn, tiene testa da sola a tutti i maschi alpha del branco. Sono sue le situazioni più surreali del film, soprattutto perché ha deciso che al primo accenno di mascolinità tossica “fa fuori” il problema. Alla radice. Per sempre.

Un’altra anti-eroina, però, Ratcatcher 2 (la splendida Daniela Melchior) tenta di rubarle la scena involontariamente: empatica, dolce e generosa, è un’altra declinazione al femminile di genio e sregolatezza.

UN’AVVERTENZA PER L’USO PRIMA DELLA VISIONE:

Gli stomaci deboli, gli animi sensibili e i paladini del politically correct sarebbero probabilmente banditi dalla sala proprio come i minori di 14 anni. Per evitare crisi di nervi e svenimenti meglio evitare persino il poster del film perché pare che, per osmosi, potrebbe innescare istinti assassini.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 30 Luglio 2021, 08:46
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