Leo Gassmann al Giffoni Film Festival: "La felicità? Gridare a squarciagola da un furgone"

Leo Gassmann al Giffoni Film Festival: «La felicità? Gridare a squarciagola da un furgone»

di Alessandra De Tommasi

Appena Leo Gassmann prende in mano una chitarra avviene una magia e la sala ammutolisce. È successo anche al Festival per ragazzi di Giffoni (21-31 luglio), che lo ha visto ospite dell’evento speciale dedicato al suo nuovo progetto, il doppiaggio del film d’animazione I Croods 2: Una nuova era, appena sbarcato nelle sale italiane. Nel sequel, presta la voce a Guy, che nella versione originale appartiene invece a Ryan Gosling e lavora fianco a fianco con papà Alessandro (Filo Superior, il capofamiglia del clan più evoluto in cui la famiglia preistorica protagonista s’imbatte). Con i genitori ha già partecipato al festival campano quando aveva quattro anni e pare gli sia rimasto nel cuore, ma questa è in assoluto la prima da volta “da solo” e l’emozione è palpabile.

Gentile, anzi gentilissimo, si dimostra da subito un attento osservatore, incapace di accettare alcun trattamento da star. Allergico ai divismi di qualsiasi genere, si apre subito in un sorriso rassicurante.

Qual è l’ultima volta in cui si è sentito davvero libero?
È successo di recente, di ritorno da una cena con qualche amico. Mi trovavo con uno di loro in un furgone e io ero quasi sul tetto a cantare a squarciagola una canzone di Lucio Battisti. Dal cielo cadeva una leggera pioggerellina e io la respiravo a pieno polmoni. Ecco, dopo tanto, tanto tempo mi sono sentito davvero libero.

Le capita spesso?

A volte ho bisogno di una pausa, di tempo per ricaricarmi e per ritrovare me stesso, dopo i lunghi periodi di studio o a casa. Sento la necessità fisica del contatto con la natura.

Quindi niente terapie?
Macchè, rispetto le persone per cui funziona, perché magari hanno traumi da elaborare, ma io non ci credo, preferisco concedermi del tempo.

Mi basta anche qualche momento da solo, per lasciarmi tutto alle spalle. A volte parto per 7-10 giorni nel verde, immerso nel silenzio. Lo considero un regalo per scaricare tutta l’energia negativa.

Di che energia si tratta?
I nostri tempi sono sempre veloci, accelerati, in città dove non si vede il cielo, nello smog e a volte dimentichiamo di goderci le cose semplici.

Semplici come quelle raccontate ne I Croods?
Sì, il film ha tanti messaggi: i cartoni, come la musica, ha qualcosa di speciale e immediato, un simbolismo potente che non arriva in forma di ordine o predica. Si sa che se ai ragazzi imponi qualcosa li spingi a fare l’esatto contrario.

Lei quali cartoni rivedeva in loop?
Avevo la VHS de Il pianeta del tesoro e la rivedevo in continuazione, affascinato da un rapporto di amicizia tra un cyborg e un umano senza padre. Il protagonista trova una mappa del tesoro in un mondo alieno e ne ero affascinato, conoscevo le battute a memoria.

Da piccolo si è approcciato prima alla recitazione o alla musica?
Alla musica, anche se mi piacevano le imitazioni. Se sei figlio di macellaio impari da subito le specificità dei vari tipi di carni, se sei figlio d’arte ti ritrovi immerso in quest’ambiente immediatamente.

Un gruppo con cui lavorerebbe subito?
La lista è lunga perché ho il difetto di stimare un po’ tutti, ma sarebbe un sogno suonare con i Bon Iver, un gruppo inglese alternative pop che mi fanno sognare e porto nel cuore.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Luglio 2021, 21:29
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