"The Place" di Paolo Genovese chiude il Festival di Roma: un film sul libero arbitrio

"The Place" di Paolo Genovese chiude il Festival di Roma: un film sul libero arbitrio
"Fino a che punto sei disposto ad arrivare per ottenere quello che vuoi?", la domanda che Valerio Mastandrea pone a tutti i personaggi di "The Place" è sempre la stessa in un bar della Capitale. Il film, diretto da Paolo Genovese, ha chiuso il Festival del Cinema di Roma e si è già distinto per il coraggio mostrato dal regista di "Perfetti Sconosciuti".



Una storia che ha qualcosa di tentacolare e demoniaco, dal momento che al tavolo del locale (the place appunto) si siedono personaggi con un desiderio, un'ossessione, da soddisfare. Tutti pronti a pagare un prezzo molto alto per ottenere quello che vogliono. C'è anche chi accetta di uccidere una bambina pur di salvare il figlio che ha il cancro, come fa il personaggio interpretato da Vinicio Marchioni. Di fronte all'uomo Mastandrea e al suo patto faustiano si troveranno a scegliere: il poliziotto Marco Giallini, la suora Alba Rohrwacher, il giovane Silvio Muccino, l'aspirante 'bella' Silvia D'Amico, il meccanico Rocco Papaleo, l'innamorata Vittoria Puccini, il cieco Alessandro Borghi e l'anziana Giulia Lazzarini. Nel cast, anche una sorprendente Sabrina Ferilli, una proprietaria di The place piena di solitudine.

Perché le persone in The Place si affidano a Mastandrea? Non si sa. Certo c'è il libero arbitrio, si può rinunciare, si può dire no all'uomo del bar che mostra, allo stesso tempo, un'anima demoniaca. "Già in perfetti sconosciuti c'era in atto un gioco della verità, poi sono rimasto folgorato da una serie tv canadese, The Booth at the End, a cui è ispirata questo film, che metteva in scena la parte più nera delle persone come il fatto di quanto poco conosciamo noi stessi e chi ci circonda. Insomma - spiega oggi in conferenza stampa Genovese - c'è un nesso tra i due film. E poi il successo di 'Perfetti sconosciuti' (oltre 17 milioni di incasso), mi ha permesso di vedere accettata ogni mia proposta. Il film ci fa confrontare con la nostra personale asticella morale, oggi siamo tutti pronti a giudicare gli altri. E questo anche grazie al volano dei social e 'the place' ci chiede di giudicare noi stessi e gli altri in modo più profondo".
Ultimo aggiornamento: Sabato 4 Novembre 2017, 21:50
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