«Non sono morto. La prova? Io scrivo. Eppure non dovrei più essere in questo mondo». Questa frase l'artista polacco naturalizzato francese Walter Spitzer, sopravvissuto alla Shoah, l'aveva inserita nella prefazione del suo libro «Sauvé par le dessin» (Favre), pubblicato nel 2004 con una riflessione di Elie Wiesel, Premio Nobel per la pace. Il pittore, che molti hanno paragonato a Chagall, è morto di Covid a Parigi all'età di 93 anni, come ha riferito il quotidiano Le Monde. Nel volume autobiografico raccontava di come era sopravvissuto ai campi di sterminio e di come venne aiutato dai soldati americani che lo accompagnarono nel suo viaggio attraverso la Germania distrutta fino alla capitale francese.
Il dramma della deportazione nei lager nazisti, con la sua famiglia sterminata nelle camere a gas, ha segnato l'arte di Spitzer, che per decenni ha disegnato i ritratti dei suoi compagni sfortunati e anche dei soldati tedeschi.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 16 Aprile 2021, 18:20
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