Pompei, scoperto un bar tavola-calda intatto: i cibi ancora in pentola

Video

di Laura Larcan

Pompei restituisce ancora un brano di vita quotidiana straordinario. Riaffiora dal cantiere della Regio V un Termopolio intatto, perfettamente conservato. Si tratta di un bar tavola-calda, dove i pompeiani compravano cibo caldo e bevande da consumare fuori casa, per strada, durante il giorno. A Pompei se ne contano almeno un'ottantina, ma questo ambiente ha la caratteristica di sfoggiare splendide pitture che rivestono tutto il bancone: si vedono nature morte con rappresentazioni di animali, probabilmente venduti nel locale. Una sorta di menu raffigurato dei piatti della casa.

Pompei, ecco come sono stati ricostruiti i corpi dei due fuggiaschi: «Un identikit mai raggiunto prima»

Il menu della casa 

Due anatre germane, un gallo (pronti per essere serviti e mangiati) e un cane al guinzaglio, quasi un monito alla maniera del famoso Cave Canem. Una sbeffeggiante iscrizione graffita “Nicia cinede cacator” si legge sulla cornice che racchiude il dipinto del cane: “Nicia (probabilmente un liberto proveniente dalla Grecia) Cacatore, invertito!” forse lasciata per prendere in giro il proprietario o da qualcuno che lavorava nel termopolio. Figure dipinti con colori accesi e sgargianti da creare, come dicono gli archeologi, effetti di profondità quasi tridimensionale. Le immagini degli animali spiccano ai lati di una ninfa marina a cavallo. 

 

L'altra sorpresa l'hanno regalata i dolia, le grandi giare di terracotta, incassate nel bancone: all'interno sono state trovate tracce di elementi organici che raccontano tanto degli alimenti consumati a Pompei. Gli specialisti del Parco archeologico di Pompei stanno già studiando il materiale per verificare quanto questa scoperta possa ampliare le conoscenze sulle abitudini alimentari di età romana. La scoperta è al centro dell'indagine di un team interdisciplinare composto da un antropologo fisico, archeologo, archeobotanico, archeozoologo, geologo, vulcanologo.

La curiosità 

All'interno delle giare sono state identificate ossa pertinenti gli stessi animali dipinti sul bancone, come le due anatre germane esposte a testa in giù. Di fatto, all’interno di recipienti ricavati nello spessore del bancone ci sono tracce dei cibi destinati alla vendita. Come suino, caprovini, pesce e lumache di terra, testimoniando la grande varietà di prodotti di origine animale utilizzati per la preparazione delle pietanze.

L'apertura al pubblico

L'idea è di aprire alle visite il "Thermopolium", pandemia permettendo, già in primavera, per Pasqua, allestendo un percorso che passi anche dal cantiere della casa delle Nozze d'Argento, una meraviglia chiusa al pubblico da decenni.

«Con un lavoro di squadra, che ha richiesto norme legislative e qualità delle persone, oggi Pompei è indicata nel mondo come un esempio di tutela e gestione, tornando a essere uno dei luoghi più visitati in Italia in cui si fa ricerca, si continua a scavare e si fanno scoperte straordinarie come questa», ha commentato il Ministro per i beni e per le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini. «Oltre a trattarsi di un’ulteriore testimonianza della vita quotidiana a Pompei, le possibilità di analisi di questo Termopolio sono eccezionali, perché per la prima volta si è scavato un intero ambiente con metodologie e tecnologie all’avanguardia che stanno restituendo dati inediti», aggiunge Massimo Osanna, Direttore Generale ad interim del Parco archeologico di Pompei.

L'impianto commerciale dove è riaffiorato il Termopolio era stato indagato solo in parte nel 2019, durante gli interventi del Grande Progetto Pompei per la messa in sicurezza e consolidamento dei fronti di scavo storici. Considerata l’eccezionalità delle decorazioni e al fine di restituire la completa configurazione del locale, ubicato nello slargo all’incrocio tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi, si è deciso di estendere il progetto e di portare a termine lo scavo dell’intero ambiente in modo da proteggere con un restauro adeguato l’intero contesto.

Di fronte al termopolio, nella piazzetta antistante, erano già emerse una cisterna, una fontana e una torre piezometrica per la distribuzione dell’acqua, dislocate a poca distanza dalla bottega già nota per l’affresco dei gladiatori in combattimento.

I termopoli, dove si servivano bevande e cibi caldi, come indica il nome di origine greca, conservati in grandi dolia (giare) incassati nel bancone in muratura, erano molto diffusi nel mondo romano, dove era abitudine consumare il prandium (il pasto) fuori casa. Nella sola Pompei se ne contano una ottantina ma nessuno con il bancone interamente dipinto, a conferma dell’eccezionalità del ritrovamento.

Sul fondo di un dolio - identificato come contenitore da vino sulla base della bottiglia per attingere, rinvenuta al suo interno - è stata individuata la presenza di fave, intenzionalmente frammentate/macinate. Apicio nel De re Coquinaria (I,5) ce ne fornisce il motivo, asserendo che venivano usate per modificare il gusto e il colore del vino, sbiancandolo.

Nell’angolo tra le due porte (angolo nord occidentale della stanza) del Termopolio è stato rinvenuto uno scheletro completo di cane. Non si tratta di un grande cane muscoloso come quello dipinto sul bancone ma di un esemplare estremamente piccolo, alto 20-25 cm alla spalla, pur essendo un cane adulto. Cani di queste piccolissime dimensioni, sebbene piuttosto rari, attestano selezioni intenzionali avvenute in epoca romana per ottenere questo risultato.

Erano presenti inoltre, all’interno della stanza - e in particolare dietro al bancone dove sono state trascinate dai primi scavatori - un buon numero di ossa umane pertinenti ad un individuo maturo - senescente, di almeno 50 anni di età. Una prima analisi permette di associare queste ossa trascinate a ciò che resta di un individuo rinvenuto nell’angolo più interno della bottega, che verosimilmente al momento dell’arrivo della corrente piroclastica era posizionato al di sopra di un letto o una branda, come testimoniano il vano per l’alloggiamento del giaciglio e una serie di chiodi e residui di legno rinvenuti al di sotto del corpo.

Ancora da indagare sono le ossa pertinenti ad almeno un altro individuo, rinvenute all’interno di un grande dolio, probabilmente risistemate in tale posizione sempre dai primi scavatori. Questi sono solamente i primi dati macroscopici forniti dallo scavo in corso, ma non saranno sicuramente gli ultimi: infatti i reperti prelevati e portati in laboratorio verranno ulteriormente indagati tramite indagini specifiche in dipartimenti e università in convenzione, che permetteranno di affinare sempre più i dati a nostra disposizione e quindi la conoscenza del Termopolio e del sito.

Video

Ultimo aggiornamento: Domenica 27 Dicembre 2020, 13:11
© RIPRODUZIONE RISERVATA