Ecco War di Zanasi: «Una guerra surreale, ma l'orrore ormai è realtà»

Ecco War di Zanasi: «Una guerra surreale, ma l'orrore ormai è realtà»

di Alessanda De Tommasi

 L’hanno ribattezzato un film d’amore oltre che di guerra: “War” (in sala dal 10 novembre), arriva in anteprima mondiale alla Festa del cinema di Roma. Il regista Gianni Zanasi l’ha girato in tempi non sospetti ma, durante il montaggio, la Russia ha invaso l’Ucraina: «Mi ha scritto un amico – ricorda – chiamandomi “veggente” ma semplicemente il futuro va all’indietro. E ho provato un bruttissimo effetto perché il cinema dovrebbe aggredire la realtà, non il contrario». La storia vede come protagonisti Edoardo Leo e Miriam Leone nei panni di Tom, laureato in lingue romanze che alleva vongole, e Lea, che fa la terapeuta ed è figlia del sottosegretario alla Difesa. Nelle loro mani, in maniera surreale, si trova il destino di un conflitto europeo. C’è anche però chi come Mauro (Giuseppe Battiston) non vede l’ora di scendere in campo come un guerrigliero improvvisato.
Il racconto, però, precisa il regista, «parla d’altro, di un senso di urgenza nella vita delle persone. Non c’è tempo per un aperitivo, un percorso spa o una partita della Champions. Ci si chiede solo: Sei amico o nemico? Mi ami o mi odi? Un’intensità bruciante in cui le persone esprimono quello che hanno dentro ed esce di tutto, nel bene e nel male. Questo è il paradosso del film, la guerra desiderata che non ha niente a che vedere con l’orrore». Gli fa eco Battiston: «La guerra per il mio personaggio è una droga, una febbre di riscatto e combattimento: vuole diventare un militare della domenica pomeriggio e realizza il sogno di appartenere a qualcosa. Una coscienza fragile che viene lasciata sola e non ha nulla a cui appigliarsi si guarda intorno e imbraccia un fucile, anche se vuole solo essere compresa e amata».
Non si tratta quindi di un trattato sui conflitti a fuoco, ma – secondo Miriam Leone - «di un’occasione per porsi delle domande, cosa che di solito facciamo solo quando qualcosa entra nel nostro orto, mentre a me piacerebbe che quest’urgenza l’avessimo anche nella pace».

Concorda Edoardo Leo: «La coscienza critica l’abbiamo sepolta da tempo ma possiamo ancora chiederci cosa siamo diventati e come un evento apocalittico ci possa investire e spazzare via, per fortuna con i toni della commedia».


Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Ottobre 2022, 06:25
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