Tommaso Ragno, in "State a casa": «Roan Johnson, poi Moretti e Virzì. Momento magico dopo il lockdown»

Tommaso Ragno, in "State a casa": «Roan Johnson, poi Moretti e Virzì. Momento magico dopo il lockdown»

di Michela Greco

Ne Il miracolo, la serie tv del 2018 scritta da Ammaniti, Tommaso Ragno incarnava, in un’interpretazione potente e disturbante, tutta l’ambiguità del vizio nascosto sotto la tonaca di un sacerdote. Era il passaggio decisivo di una carriera di spessore, fatta di ruoli magari piccoli come minutaggio, ma grandissimi come intensità.


Da giovedì sarà in sala nel film di Roan Johnson "State a casa", inconfondibilmente ambientato nel periodo del primo lockdown, in cui quattro under 30 che condividono un appartamento affrontano la paura strisciante e invisibile del virus – simboleggiata da un serpente “domestico” che si è nascosto chissà dove, in un pertugio nascosto del bagno – ma soprattutto le loro stesse ombre. Ragno, che in questo periodo compare tra i credit dei più rilevanti film italiani – lo vedremo in "Tre piani" di Nanni Moretti e in "Siccità" di Paolo Virzì – dà qui corpo agli istinti sinistri di un equivoco padrone di casa. 


Ragno, com’è andata nelle scene con il serpente? 
«Quando l’ho visto non ho avuto una reazione di affetto nei suoi confronti, ma sono stato aiutato a superare il ribrezzo ancestrale che si prova per questo tipo di creature e a manipolarlo in modo appropriato. È un animale affascinante e incantatore, nel film rappresenta l’inconscio dei personaggi. State a casa ci ripiomba nel lockdown e sembra dirci “tiriamo fuori il peggio”, altro che “ne usciremo migliori”... 


Lei, oggi, come si sente rispetto alla pandemia? 
«Sei mesi fa avrei risposto con più leggerezza.

Non ho timore di togliermi la mascherina, ma mi tengo al riparo dalle situazioni di aggregazione. Non mi sembra sia arrivato il momento della pizzata finale. Tra l’altro la selezione di incontri che è stata imposta durante il lockdown per me è rimasta: non vedo perché dovrei affaticarmi a fare cose che ho scoperto di non aver voglia di fare». 


Ha lavorato con Moretti in Tre piani, attesissimo a Cannes. 
«A Cannes non ci sarò, ma l’esperienza con Nanni è stata meravigliosa. Sono curioso di vedere che effetto mi farà il film: lo abbiamo girato prima della pandemia e lo vedremo due anni dopo. Io, ad esempio, avevo un corpo diverso, ero una persona diversa». 


Mi vengono in mente almeno cinque film importanti arrivati – o in arrivo - in queste settimane in cui lei è tra i protagonisti. Come sta vivendo questo momento? 
«Conosco gli alti e bassi della mia professione e i bassi non li vivo con minore intensità. Quello dell’attore è un lavoro e so che bisogna anche convivere con la frustrazione. Sono contento di essere arrivato dove sono a questa età, non mi aspettavo che sarebbe stata così ricca dal punto di vista esistenziale».

foto P.Ciriello


Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Giugno 2021, 08:49
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