Star Wars, ecco lo scontro finale nell'Ascesa di Skywalker
di Michela Greco
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Il peso di questa responsabilità si sente tutto nell’opera arrivata ieri nelle sale, e non è un bene. È un film che ovviamente spinge a fondo sul tema cardine della saga stellare: la lotta tra il bene e il male, la ricerca dell’identità e la capacità di riconoscere in se stessi un lato oscuro, ma di saperlo - magari - dominare. «Ho paura di me stessa», dice infatti Rey (Daisy Ridley), eroina della nuova trilogia, che trascina avanti la storia insieme al suo antagonista Kylo Ren (Adam Driver) mentre molti grandi protagonisti della saga tornano a dire la loro.
In questa Ascesa di Skywalker infatti i morti parlano (lo dice persino il cartello iniziale), sono addirittura ingombranti. Tornano a far battere il cuore ai fan o a turbarli (vedi Palpatine) e, insieme, aiutano a rimettere insieme i pezzi di un mega-racconto che nel corso del tempo ci ha fatto da specchio.
Intanto i tre intrepidi eroi della resistenza Rey, Finn (John Boyega) e Poe (Oscar Isaac) ci dicono che tutti possono avere la forza di fare cose grandi (e buone). D’altronde i primi due nella vita precedente erano una cercarottami e un assaltatore, ora sono la speranza della galassia. Torna, poi, il grande messaggio di inclusione e solidarietà tra diversi, perché gli avversari «vincono facendoti pensare di essere solo, ma noi se ci crediamo siamo di più».
Questo Star Wars restituisce un po’ tutto, dunque: la qualità spettacolare (che però qui sembra a tratti scivolare verso un’estetica fracassona da cinecomic), il romanzo di formazione universale, una genealogia complessa e avvincente di personaggi memorabili. La sua debolezza sta però proprio nell’ansia di accontentare tutti. Una sfida impossibile, ma evidentemente non secondo gli autori. Se la principessa Leila può tornare a parlarci a tre anni dalla morte della sua interprete Carrie Fisher, niente è impossibile.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 19 Dicembre 2019, 11:18
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