Silvio Muccino accusa il fratallo Gabriele: "Picchiava la moglie, io ho mentito al pm"

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di Valeria Arnaldi
ROMA - “È giusto che tutti ci assumiamo le nostre responsabilità”. Silvio Muccino ha scelto i riflettori de L’Arena, condotta da Massimo Giletti, per raccontare i segreti della sua famiglia e, soprattutto, i motivi del distacco dal fratello Gabriele. E non ha usato mezze parole per raccontare la sua storia. “Esistono due facce della nostra famiglia. Una è quella pubblica, idilliaca e felice, dove io sono la pecora nera, depresso, pazzo e plagiato. Poi c'è la realtà di una famiglia incardinata su dei meccanismi ricattatori e che è fondata sul nascondimento dei segreti".

Muccino jr. è stanco delle “chiacchiere” che da anni ruotano intorno alla sua figura. "La famiglia in cui sono nato era disgregata. Il matrimonio dei miei genitori era alla deriva, io sono arrivato per unire la famiglia. E mi si diceva sempre che dovevo essere grato perche mio padre era rimasto con mia madre".
 


La tensione in casa sarebbe stata subita da entrambi i fratelli, ma, secondo la testimonianza di Silvio, in modo molto diverso. “Lui l'ha portato fuori, anche con atteggiamenti fisicamente violenti".

A determinare il distacco tra i due sarebbe stato anche il ruolo avuto da Silvio Muccino nella causa tra Gabriele e la sua ex-moglie, Elena Majoni: "Elena spesso mi raccontava che lui veniva alle mani ed era violento. Ci sono stati ripetuti episodi di violenza domestica. Un'estate, eravamo nella casa di campagna di Gabriele. Lui era nervoso e andò in camera da lei. Quando mi avvicinai alla porta, la vidi uscire con una mano sull'orecchio e le lacrime agli occhi. Non sentiva più niente: uno schiaffo le aveva perforato un timpano e ha dovuto subire una timpano-plastica per riacquisirlo in parte”.

Su quell’episodio, però, Muccino jr. ha mentito davanti ai giudici. "Sono stato indotto a mentire e ho negato questo schiaffo davanti ai pm. Ho reso falsa testimonianza. Era una mia responsabilità e scelsi la mia famiglia anziché la verità”. 

Nel tempo, l’attore ha preso le distanze dalla famiglia. Non senza fornire spiegazioni. “Io mi prendo del tempo parlo con la mia famiglia e gli dico tutti i motivi per i quali cerco di allontanarmi. Ci sono mail e lettere scritte da me a Gabriele. Prima mi sono allontanato dalla mia famiglia, poi anche da Gabriele. Lui mi ha chiesto di fare da testa di legno in una società che voleva costruire con Angelica Russo (n.d.r. sua moglie). Ho detto di no. Lui è impazzito. Era la prima volta che gli dicevo di no. Non ha mai saputo accettare che il fratello minore  che lo amava alla follia e che era pronto anche a testimoniare il falso per lui gli dicesse no. Quella è stata la scintilla. Per quella, tutto sommato stronzata, abbiamo chiuso ogni rapporto. Dopo io non l’ho più cercato e non ho più cercato la mia famiglia. Quando io parlavo dei miei problemi con loro, mi davano del pazzo, perché non potevano riconoscersi in quel ritratto familiare che io gli stavo mettendo davanti agli occhi”.

Tema del dibattere tra i due fratelli, pure il ruolo di Carla Vangelista nella vita di Silvio.
“Carla mi ha incontrato proprio quando andavo a fare la falsa testimonianza per mio fratello. Un giorno mi ha detto: devi decidere tu, in un caso o nell’altro ci saranno delle conseguenze. Per te. Mentre io facevo questo passaggio, Gabriele mi lanciava delle bombe”.

Massimo Giletti legge alcuni twitter scritti, nel tempo, da Gabriele Muccino, accusando il fratello di essere manipolato. Silvio Muccino non ha mai risposto.

“Non solo c’era il mio silenzio - spiega - ma mentre Carla veniva trascinata in questo fango, lei sapeva la verità sulla mia vita, su quello che stavo vivendo e non una volta mi ha detto: vai e parla. Io oggi sto raccontando una verità molto scomoda, che ho messo nelle mani di un giudice. Quello che ho detto è stato ampiamente discusso davanti alla mia famiglia, che non poteva accettare la mia versione. Quindi è nata la teoria del plagio, soluzione a ogni male. Se ce’è un plagiatore esterno alla famiglia vuol dire che la famiglia è salva, quindi vuol dire che io non ho nessuna verità in mano. Gabriele mi ha screditato dal punto di vista umano. Se mi avesse detto: vai a quel Paese, invece no, lui mi ha reso un pupazzo, ha minato la mia credibilità. Questo argomento del plagio è talmente comodo che Gabriele in una lettera che ancora conservo mi scrive che le risposte che mi ha dato all’epoca, quando mi diceva di andarmene dalla famiglia, le aveva dato perché lui stesso era plagiato”.

Intanto, la querelle tra Gabriele Muccino e Carla Vangelista va avanti fino alla nota ufficiale di alcuni giorni fa, in cui il regista chiede scusa alla Vangelista.

“Quando Carla lo ha denunciato per diffamazione - racconta Silvio Muccino - Gabriele ha pubblicato un altro tweet in cui le ha detto che la avrebbero presa in giro. Il pm l’ha pensata in modo diverso. Il processo sarebbe dovuto iniziare poche settimane fa. Hanno cercato un accordo. Carla non voleva nulla, solo le scuse. Gabriele le ha fornito le scuse e la cosa si è risolta. Per me no, non si risolve così. Lui nella lettera parla di impulsività delle sue esternazioni,ma l'impulsività non si ripete per quattro anni. E poi mi ha ritirato in ballo, cerca di ripetersi una verità sperando che diventi vera. Ho sempre sperato che le cose si risolvessero in modo silenzioso. Se Gabriele non continuasse a tirarmi in ballo e a mentire, io non avrei avuto bisogno di venire qui a parlare. Io un anno fa ho risolto la cosa davanti al tribunale, senza nessun giornalista, non mi interessa offendere Gabriele”.

La battaglia tra i due fratelli va avanti ormai da anni.

“Nel 2013 - prosegue - io faccio il primo comunicato stampa della mia vita in cui rispondo a Gabriele dicendo che le sue accuse non sono vere. In calce, chiamo in causa  Elena Majoni chiedendole scusa per non averla difesa come sarebbe stato necessario. Elena, onore a lei e alla sua bella anima, mi ha richiamato per quel messaggio e ci siamo ritrovati, senza rancore, nonostante la mia falsa testimonianza le abbia rovinato la vita. Quando ci siamo ritrovati mi ha detto che c’era un nuovo processo che rimetteva in ballo i risultati del primo. Scrivo due pagine di ritrattazione dello spergiuro fatto. Era giusto farlo”.

Come reagiranno i tuoi alla intervista?, domanda Giletti.

“I miei hanno reagito molto male già alla mia ritrattazione. Gabriele ha fatto dire che ero stato plagiato anche da Elena. Quando ho fatto questa dichiarazione, ho pensato: per me finisce qua. Io il mio debito lo devo pagare in sede legale, non mediatica. Io mi trovo a pensare è finita. Due mesi fa ricevo una lettera di mio padre, in cui mi scrive che se avessi osato difendermi e testimoniare per Carla, anche lui avrebbe parlato pubblicamente. Io ho avuto paura esattamente come dieci anni fa ma non sono più quello di 10 anni fa. Ho 34 anni, non più 24. Di fronte alla lettera di Gabriele per Carla, mio padre ha detto per carità, deve chiedere scusa a Carla. In realtà di Carla a mio padre non interessa nulla. Io sto intaccando il buon nome della famiglia Muccino”.

Silvio Muccino potrebbe perdonare?

“Io in questi anni, non so quante volte ho supplicato Gabriele attraverso i miei genitori e Angelica di smetterla. Io spero che questa apparizione oggi sia la parola fine, se non altro perché la verità rende liberi. Umanamente, tra noi, dipende solo da Gabriele”.

Ma se Gabriele lo ricercasse, Silvio sarebbe disposto a riaprire il dialogo?, domanda Giletti.

“Non voglio essere ipocrita, adesso no. Questi otto anni di vita a me non li restituisce nessuno. Perdonare significa lasciar andare. Io gli auguro di andare avanti con la sua vita alla grande e gli chiedo di lasciarmi andare avanti con la mia”.
 
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Aprile 2016, 10:23
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