Castellitto e il nuovo film "Il materiale emotivo": «Ecco la storia di Scola che mi ha folgorato»

Il film dal 7 ottobre nelle sale: "Tratto da una storia del Maestro, rielaborata da Mazzantini"

Castellitto e il nuovo film "Il materiale emotivo": «Ecco la storia di Scola che mi ha folgorato»

di Michela Greco

Vincenzo (Sergio Castellitto) è un uomo solitario, tenuto in vita dal dialogo che intesse ogni giorno con i volumi della sua piccola libreria nel cuore di Parigi. Un luogo che sembra un teatro in miniatura in cui irrompe la vita degli avventori (come il ciclone Yolande/Bérénice Bejo) e che, dietro le “quinte” del piano di sopra, nasconde un segreto: l’esistenza sospesa di Albertine (Matilda De Angelis), finita in sedia a rotelle dopo un misterioso incidente e, da allora, rimasta silenziosa. Presentato al Bifest di Bari e dal 7 ottobre al cinema, Il materiale emotivo è il nuovo film da regista di Sergio Castellitto, nato da un soggetto di Ettore Scola rielaborato e arricchito da sua moglie Margaret Mazzantini. 


Castellitto, cosa è cambiato dal testo originale di Scola? 
«Quasi tutto. Ho letto la storia tre anni fa e mi è subito piaciuta l’idea di fare io il film. Scola è stato il mio maestro, ho fatto due film con lui e mi ha onorato della sua amicizia: per certi versi l’ho interpretato come un segno del destino. Sentivo però che il racconto era incompiuto e ho chiesto a Margaret di lavorarci: lei ha riacceso la storia aggiungendo la metafora del teatro, un’idea che mi ha folgorato». 


Cosa le ha lasciato il suo maestro? 
«Direi soprattutto l’ironia, l’umorismo, il non prendersi sul serio. La consapevolezza di fare un gioco privilegiato, quello di inventare storie. I libri sono l’ossigeno del suo protagonista... La letteratura, così come l’arte, il cinema, il teatro e la musica, ci guariscono dall’ansia e dalla solitudine. Un quadro di Mirò ci insegna più di un servizio giornalistico, le metafore ci aiutano a capirci». 


Il racconto è patrimonio di famiglia, ora anche di suo figlio Pietro. Come si mescolano privato e lavoro a casa Castellitto? 
«Parliamo continuamente di vita e di lavoro, ci sono tantissime occasioni in cui ci confrontiamo, scherziamo, cazzeggiamo, ma di solito i progetti ce li raccontiamo a cose fatte.

Pietro ha ragione a voler essere indipendente, ha fatto cose che gli sono riuscite benissimo, sono fiero di lui. Bellocchio e Sorrentino hanno appena fatto film molto personali». 


Lei ha voglia di mettere mano alle storie della sua vita?
 «Chi scrive o fa film compie sempre un gesto autobiografico. Anche quando racconta qualcosa che sembra non riguardarlo, fa autobiografia in termini psichici: esprime la sua opinione, mostra ciò che sa, ciò che gli è accaduto e che appartiene comunque al genere umano. Non ho mai avuto la tentazione di raccontare la mia vita, ma ho sempre parlato di me: io non c’entro con Fortunata, ma ho sicuramente detto qualcosa di mio sul rapporto col mondo maschile e femminile». 


Lei sembra uno che non ha paura, né di dire cose scomode, né di confrontarsi con giganti, tanto che presto la vedremo in due nuovi film da Eduardo De Filippo e nei panni di Boccaccio per Dante di Avati... 
«È vero, non ho paura perché alla base c’è la buona fede, l’onestà intellettuale e la mancanza di presunzione. Gli anni non passano per caso, a un certo punto arrivi a una libertà. E io mi metto sempre in condizione di imparare dal mio lavoro».


Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Settembre 2021, 16:47
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