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«Le produzioni sono il motore di teatri, cinema e tv, dimenticarle significa far chiudere tutti». È un grido d'allarme disperato, quello di Andrea Bianco, produttore teatrale e televisivo a capo della Soc AB management.
Cosa è stato fatto per salvare le produzioni?
«Nulla. Gli eventi di questa estate sono stati rimandati al 2021. E io ho un'azienda che fattura 1,6 milioni l'anno, con tre dipendenti in Cig che ad oggi non hanno avuto un euro. Il cinema e alcuni teatri ricevono sovvenzioni dallo Stato, noi nulla. Serve una Cig almeno fino a dicembre».
Quale può essere la conseguenza per gli spettacoli?
«Si rischia di bloccare tutto. Noi siamo l'anima degli show: costruiamo le scene, paghiamo gli attori, i costumisti. Senza di noi, cinema e teatri sono scatole vuote».
Dal 15 giugno riaprono cinema e teatri. Funzionerà con il distanziamento?
«Forse solo nei cinema. In teatro no, perché la quarta parete si spezza e il pubblico è parte della scena. Come si fa a distanziare una famiglia? E poi è insostenibile economicamente».
E soluzioni fantasiose, tipo i drive-in?
«Sono impensabili. Se c'è da fare un applauso che si fa, ci si mette a suonare i clacson?».
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