Scene da un matrimonio: tre ragioni per non perdere la serie Sky con Oscar Isaac e Jessica Chastain

Scene da un matrimonio: tre ragioni per non perdere la serie Sky con Oscar Isaac e Jessica Chastain

di Alessandra De Tommasi

Un piccolo gioiellino in cinque puntate: Scene da un matrimonio (dal 20 settembre su Sky e NOW) ha incrinato le certezze della Mostra del cinema di Venezia (1-11 settembre) gettando dubbi e disseminando panico non solo tra chi ha un partner ma chi è single e ha trovato un alibi per riaprire vecchie ferite.

La serie, che riscrive il lavoro televisivo di Ingmar Bergman, vede come protagonisti Oscar Isaac e Jessica Chastain nei panni di un marito e di una moglie (Jonathan e Mira) insieme da un decennio ma sull’orlo del baratro sentimentale.

Ed ecco entrare in ballo l’empatia e non stupirebbe se al Lido ci fosse stata un’impennata d’iscrizione a Tinder o ad una app d’incontri per scappare da relazioni-trappola. Uscendo dalla sala, gli spettatori avevano tutti lo sguardo perso nel vuoto, indecisi se svuotare l’armadio e scappare di casa nel cuore della notte o provare a mollare l’altro con un Whatsapp e puntare su un fenomeno di tendenza, il ghosting.

Raramente un racconto può vantare un impatto tanto immediato e devastante. Sta qui tutta la potenza emotiva di questo microcosmo domestico a cui lo spettatore partecipa non invitato e in maniera voyeuristica.

Ecco allora tre buone ragioni per non perderlo e “un’avvertenza per l’uso”, secondo il parere semiserio ma insindacabile di Leggo.


TRE BUONE RAGIONI PER VEDERLO:

UNO: Il marchio di fabbrica di Hagai Levi:

Lo spessore narrativo delle storie made in Israele (da Homeland a Euphoria) è ormai un punto di riferimento nel panorama mondiale. E Hagai Levi, creatore di In Treatment resta una certezza assoluta che fa centro anche stavolta. Qui si parla, si parla, si parla al punto tale che il pubblico si stanca anche se non ha pronunciato mezza parola. Non si è mai spettatori perché si diventa immediatamente parte del racconto. A voler essere frivoli verrebbe di dire “Maria, io esco”, implorando l’intercessione di santa De Filippi da Mediaset.

In senso buono, of course.


DUE: Amici di letto:
I due attori protagonisti si amano, ma non stanno insieme. Non come una coppia, almeno: sono entrambi sposati con altri ma si frequentano dal tempo del college e hanno un rapporto fraterno, intimo, familiare. Per la serie è come se fossero diventati “amici di letto”: a disagio sì, ma non troppo. Se la chimica tra Mira e Jonathan è tanto credibile, il merito va in parte uguale al livello del copione e a quello degli interpreti. Per la gioia dei loro rispettivi partner, che nel frattempo si augurano di non ritrovarsi come un cesto di lumache, con un mazzo di corna in testa.


TRE: Uno schiaffo di realtà:

In un mondo che vive di ipocrisie e politically correct, questi due personaggi diventano vasi di Pandora ambulanti e, appena capiscono che solo la verità li rende liberi, riversano l’uno sull’altro pensieri, frustrazioni e idiosincrasie. Quando confessano i propri labirinti emotivi riescono finalmente a trovare i mezzi per uscirne. Il “ciaone” è dietro l’angolo perché qui la funzione è più autentica della realtà.

UN’AVVERTENZA PER L’USO PRIMA DELLA VISIONE:

Chi cerca un lieto fine rassicurante accompagnato da rose, fiori e unicorni cambi canale immediatamente perché qui di fiabesco non c’è proprio niente. Nessuno salva nessuno, al massimo ciascuno si salva da sé. Lo stesso dicasi per chi avesse fatto un viaggetto in gioielleria per scegliere l’anello o avesse firmato un contratto d’affitto per iniziare una convivenza. State alla larga da Scene da un matrimonio perché Bergman diceva che quest’istituzione uccide l’amore. I romantici sono avvisati.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Settembre 2021, 11:12
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