Sandra Milo: «Sono una peccatrice, ma Dio mi ha fatto un miracolo. Da piccola ero poverissima, mi sposai a 15 anni»

Fellini il suo più grande amore: "Dopo diciassette anni di amore clandestino lui mi propone di lasciare tutto, e andarcene noi due in America. Ho detto 'no' per paura che più avanti si pentisse"

Sandra Milo: «Sono una peccatrice, ma Dio mi ha fatto un miracolo. Da piccola ero poverissima, mi sposai a 15 anni»

di Redazione web

Sandra Milo ha compiuto 90 anni, ma sembra ancora una ragazza. Non solo per il suo aspetto, che l'età ha scalfito solo in parte, ma anche per il modo di affrontare la vita. È partita dal basso, ma ha raggiunto il successo in fretta, diventando una delle attrici simbolo del cinema all'italiana. L'infanzia non è stata facile: «Sfollate in un paesino toscano, Ruota, non avevamo niente, ma niente per davvero, neanche da mangiare - ha raccontato al Corriere - A valle c’era questo campo di grano maturo che nessuno aveva raccolto perché minato dai tedeschi. D’un tratto mia mamma e altre due mamme di bambini decidono di andare. Prendono forbici, sacchi e vanno».

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Cosa ha detto Sandra Milo

Sandra Milo si è sposata per la prima volta a 15 anni: «Rimango incinta ma a sette mesi perdo il bambino. Torno da mia madre. Per un lungo periodo sto male, non mi alzo dal letto. Mi danno la morfina. Poi un giorno di primavera, mi alzo e chiedo alla nonna di farmi un vestito. Lei stacca una tenda di casa con cui mi cuce il vestito», racconta. Ma cambia in fretta: «Mi fidanzo con un ragazzo più grande, trent’anni lui, sedici io. Lui mi porta a Milano dove lavoro come modella. In seguito mi trasferisco a Roma per fare l’attrice. Ero minorenne, facevo tutto quello che non si poteva fare, stare con un uomo grande, guidare. Ero felice. Volevo vivere».

 

 

Sandra Milo e Federico Fellini

L'amore più grande però è quello per Fellini: «A Roma, insieme al mio secondo marito, Ergas, conosco Federico e Giulietta. Ci frequentiamo. Loro invitano a cena noi, noi loro. Ci facciamo regali. Giulietta mi regala una lampada di cristallo che ho ancora. Per un anniversario di matrimonio io regalo loro un albero. Degli omini lo portano apposta da Pistoia, e glielo piantano in giardino, a Fregene. C’è stato un momento in cui tutti gli invitati della festa guardavano l’albero».

Un amore inizialmente non ricambiato: «Io m’innamoro di Federico subito, lui no», ha spiegato. Il primo bacio? «A Cinecittà, in un camerino. Lui mi bacia e io svengo. Lui dice: “ma che bambocciona, una come te, svenire per un bacio”». Il loro rapporto è stato particolare: «In diciassette anni non abbiamo mai dormito insieme. Ci vedevamo di giorno, in genere nel suo studio. Nei vari studi che ha cambiato c’era sempre una stanza vuota con le tende alle finestre e la moquette per terra. E io pensavo che sarebbe stato bello se lì ci fosse stato un letto, se fosse diventata una stanza. Un po’ gliel’ho fatto capire: “qui ci starebbe bene un letto”, ho detto una volta». E come è finita? «La fine della storia non è stata la fine del sentimento. Dopo diciassette anni di amore clandestino lui mi propone di lasciare tutto, e andarcene noi due in America. Ho detto 'no' per paura che più avanti si pentisse».

La figlia Azzurra

Ma chi è davvero Sandra Milo? «Per la religione una peccatrice. Per la legge una persona condannabile. Eppure Dio mi ha fatto il miracolo. Ci penso spesso: Dio il miracolo lo ha fatto proprio a me». Quale? «Mia figlia Azzurra è nata di sette mesi. Nasce viva, e muore subito. La dichiarano morta. Chiudono questa creatura piccolissima in una copertina, lo ricordo bene. Dopodiché arriva una suora, Suor Costantina che chiede al professore di darle la bambina, lui la caccia, lei rimane, finché il professore non gliela dà. In una stanza, Suor Costantina pratica la respirazione bocca a bocca, il massaggio cardiaco. E prega. Prega Madre Maria Pia Mastena. Prega, prega, senonché la bambina ha un sussulto, piange». Il dopo? «Azzurra sta tre mesi in ospedale. Io me la vado a vedere ogni giorno: piccolissima laggiù, nell’incubatrice. Passati tre mesi non ce la faccio più, urlo ai dottori che me la devono dare. Pesava un chilo e sette. Un dottore buono capisce che sì, toccava a me. Me la danno. Per un anno non mi sono mai separata da lei. Nel tempo l’ho osservata, avevo paura che non camminasse, che qualcosa in lei non andasse. Suor Costantina mi dice: “tranquilla, il miracolo Dio te lo ha fatto per intero”».


Ultimo aggiornamento: Sabato 8 Aprile 2023, 09:07
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