Samara Weaving nella commedia Finché morte non ci separi: «La mia sposina lottatrice vi farà tremare»

Samara Weaving nella commedia Finché morte non ci separi: «La mia sposina lottatrice vi farà tremare»

di Michela Greco
In Tre manifesti a Ebbing, Missouri interpretava, in un piccolo ma efficace ruolo, la nuova – giovanissima, bellissima e non molto sveglia – fidanzata dell’ex marito di Frances Mc Dormand. Una ragazza che non capiva molto di ciò che le accadeva intorno. In questi giorni, invece, Samara Weaving è al cinema in Finché morte non ci separi di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, dove è tutt’altro che svampita. Australiana, 27enne “nipote d’arte” di Hugo Weaving (tra i protagonisti di Matrix e Il signore degli anelli), in questa commedia-horror interpreta la sposina Grace, che tira fuori le unghie quando capisce che la prima notte di nozze con il suo Alex, erede di una ricca dinastia che ha creato un impero con i giochi da tavolo, si sta trasformando in una trappola mortale.

Cosa l’ha attirata del ruolo di Grace?
«Mi piacciono molto le commedie horror e trovo che Finché morte non ci separi abbia una grande storia. Ci sono momenti in cui si ha paura ma è anche divertente, e c’è una forte componente psicologica. Sono interessanti le domande al centro del film: “Quanto conosci veramente qualcuno? Sotto pressione, che scelte fai?”».

Grace è una ragazza tosta. Quali sono state le difficoltà nell’interpretarla?
«Le scene d’azione hanno richiesto grande energia. Ci sono molte corse e combattimenti, il tutto con addosso un abito da sposa sgualcito e a temperature sotto zero. La cosa più difficile per me, però, è stata recitare con il cast e la troupe che non smettevano di ridere durante le scene di paura: abbiamo vissuto in una specie di isteria durante tutte le riprese».

Perché secondo lei le persone amano così tanto spaventarsi al cinema?
«Credo che abbia a che vedere col fatto che con l’horror diventi quasi protagonista del film, vieni trasportato in un altro mondo. A me piacciono soprattutto i film paurosi che hanno anche elementi di commedia, in cui hai scariche di adrenalina e spaventi che ti fanno saltare sulla poltrona, ma anche momenti di sollievo e ilarità. Succede anche in un dramma come Tre manifesti a Ebbing, Missouri: ci sono scene in cui stai per piangere, ma un attimo dopo ti ritrovi a ridere».

Quali sono gli horror che ama di più?
«Quelli degli anni 80, come la serie di Nightmare, ne ho visti tantissimi insieme al mio fidanzato». 

Come è stato lavorare con Andie MacDowell?
«È fantastica! La sua Becky è cattiva, ma in modo delicato. Nel film è istericamente divertente». 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 28 Ottobre 2019, 08:09
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