Riecco Woody Allen: «Il mio "Rifkin's Festival" vittima della pandemia»

Riecco Woody Allen: «Il mio "Rifkin's Festival" vittima della pandemia»

di Michela Greco

Ritrovare Woody Allen. Non tanto quello di capolavori come Io e Annie, Manhattan o anche Match Point, ma quello di gradevoli escursioni fuori dagli Stati Uniti in cui torna a esplorare le sue nevrosi, in cui racconta l’amore, il tradimento e i pericoli dell’attrazione. In cui manifesta tutto il suo amore per l’arte. In Rifkin’s Festival, che uscirà solo in sala da domani, Allen si immerge nell’ambiente per lui familiare dei festival di cinema e mette in gioco – letteralmente - tutta la sua passione per i grandi maestri europei. 


I film leggendari di Fellini, Bergman, Truffaut, Godard, Buñuel e Lelouch “fanno visita” al protagonista Mort Rifkin (Wallace Shawn) mentre è in trasferta con la moglie Sue (Gina Gershon) al Festival di San Sebastian, in Spagna. Lei, addetta stampa, è molto, anzi troppo impegnata con il suo assistito Philippe (Louis Garrel), velleitario regista in ascesa, mentre lui, che non riesce a sbloccare la scrittura del suo romanzo, riflette sulla sua vita e sul suo matrimonio. E quando cerca un medico per placare le sue paure su improvvisi dolori, si imbatte nell’affascinante dottoressa Jo (Elena Anaya).

Già uscito in alcuni paesi europei ma ancora privo di una distribuzione americana, Rifkin’s Festival è rimasto probabilmente colpito dall’ondata di ritorno di polemiche legate alle accuse della figlia adottiva Dylan e dal conseguente pessimo clima dell’industria a stelle e strisce intorno al cineasta. 


«Penso che questo film sia solo vittima della pandemia – ha detto però ieri Allen in un incontro stampa - Quando è uscito molti distributori stavano fallendo perché le persone guardavano la tv a casa. C’è stato, insomma, un grande cambiamento nella distribuzione, ma abbiamo già ricevuto offerte e negli Stati Uniti sono convinto che alla fine si vedrà».

Un cambiamento che, teme il regista, potrebbe non essere temporaneo. «A causa dell’emergenza sanitaria le persone – ha detto - hanno pensato di poter fare a meno della sala cinematografica. Che vado a fare al cinema, dicono, quando premendo un pulsante il film lo vedo a casa mia sul mio grande schermo con immagini nitide e un’ottima acustica? Ma quanto è diverso vedere Il Padrino o i Blues Brothers insieme a 500 persone in una sala buia, piuttosto che stare a casa sul divano con il telefono che squilla!».

E dopo aver omaggiato i grandi momenti del cinema europeo divertendosi a inserirli nel suo mondo narrativo, Woody annuncia il prossimo progetto: «Ho già pronta una sceneggiatura da realizzare a Parigi. Posso solo dire che guarda un po’ a Match Point».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Maggio 2021, 11:58
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