Richard Gere: "Con Trump rischia tutta l'America.
Ho capito gli homeless interpretandone uno"

Richard Gere: "Con Trump rischia tutta l'America. Ho capito gli homeless interpretandone uno"

di Michela Greco
«Se Donald Trump diventa presidente degli Stati Uniti sono preoccupato non solo per i senzatetto, ma anche per i messicani, per le donne, per i giornalisti, per i musulmani e per i liberi pensatori».

Lo ha detto Richard Gere, ieri a Roma per presentare Gli invisibili - il film di Oren Moverman in cui interpreta un homeless a New York - in un'affollatissima conferenza stampa alla mensa di Sant'Egidio. Assediato da fotografi e cameraman, l'attore si è subito andato a sedere accanto a un ospite della struttura, poi ha salutato in italiano e ha detto: «Vedo le belle facce di fratelli e sorelle, mi riscalda il cuore essere qui. Ciò che cura le persone non sono i soldi, né i governi, ma le persone che ascoltano, guardano negli occhi, si relazionano agli altri».

Ne Gli invisibili, al cinema da mercoledì, l'attore si è reso quasi irriconoscibile per confondersi tra la folla indaffarata e indifferente della Grande Mela: «Quando ho girato la prima scena ho subito percepito che nessuno faceva attenzione a me - ha raccontato - Non che non mi vedessero, semplicemente rifiutavano ciò che vedevano, facevano la scelta di voltarsi dall'altra parte per la paura di ciò che rappresentano i senzatetto e la consapevolezza che è sottilissima la linea che li separa da chi è integrato nella società».Qualcuno ha anche chiesto a Gere se non avesse paura di non risultare credibile, lui che è uno degli attori più pagati e belli di Hollywood: «Non sono il più pagato - ha risposto ridendo - il resto invece è vero. Naturalmente mi sono posto il problema della credibilità, ma sono un attore e lo faccio sempre, è il mio lavoro. Quando giravo, però, sentivo che nessuno vedeva Richard Gere, ma un homeless che faceva l'elemosina».

Pronto a partire per Taormina - dove presenterà Gli invisibili e il progetto #HomelessZero e dove sarà presidente onorario del festival - l'attore ha in vista l'uscita del thriller Oppenheimer Strategies di Joseph Cedar e il nuovo film di Moverman tratto dal romanzo La cena di Herman Koch. Intanto ha concluso il suo tour capitolino che l'ha portato, giorni fa, a incontrare Papa Francesco, e ieri a incrociare nella residenza dell'ambasciatore Usa i due candidati sindaco della Capitale Raggi e Giachetti: «Ma non voglio dire nulla della politica romana, non c'è modo di uscirne bene. Sarò felice però di offrire il mio aiuto a chi vincerà». 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 10 Giugno 2016, 08:37
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