La prima pietra, commedia "acida" di Rolando Ravello, per un Natale senza buonismo

La prima pietra, commedia "acida" di Rolando Ravello, per un Natale senza buonismo

di Paolo Travisi
Una recita scolastica di Natale che si trasforma in uno scontro tra culture e religioni. La prima pietra, commedia diretta da Rolando Ravello (uscita 6 dicembre distribuito da Warner), si apre con un sasso tirato da un bambino musulmano contro una finestra della scuola. Pietra che colpisce alla testa il bidello - interpretato da Valerio Aprea - e di riflesso sua moglie, Iaia Forte. Entrambi lievemente feriti, vengono convocati dal Preside dell’istituto, Corrado Guzzanti, più preoccupato dall’imminente recita che della situazione degenerante. Si perché la situazione precipita quando in difesa del bambino intervengono la mamma, Kasia Smutniak e la nonna Serra Yilmaz, che non sono intenzionate a chiedere scusa, ma neanche a mettere le mani nel portafoglio per risarcire i danni.

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Per il regista, Rolando Ravello, che ha tradotto per il cinema un testo teatrale di Stefano Massini  “il film è la naturale evoluzione del mio primo Tutti contro tutti, perché ho visto che col passare del tempo non è proprio cambiato niente in tema di rapporti tra persone. E’un film di Natale 2.0, cattivo ed acido, dove gli schiaffi li prendono tutti, ognuno ha torto e ragione. Il film non vuole dare messaggi, non credo sia giusto, ma finisce in quel modo perché noi agiamo così nella realtà. E’ il principio che è sbagliato”. 

Tra i protagonisti di questa commedia corale, c’è il personaggio di Corrado Guzzanti, che cerca di trovare un compromesso. Ma in realtà il suo obiettivo non è nobile, ma personale. “Di mio ho messo 2.500 euro, quello che potevo dare” scherza l’attore “il preside sembra l’anima di una scuola multiculturale, in verità dei bambini gli interessa poco, sono un pretesto, perché è un frustrato tremendo, che per ragioni di vanità personale vuole solo fare questa recita”.

Il tema del film, nonostante le risate, è serio e sempre attuale. La difficoltà di comunicare, di accettare punti di vista diversi e persone di altre religioni. E’ la storia dell’umanità in fondo. Ognuno può leggere il film come vuole” suggerisce il regista de La prima pietra, “ma il problema è che tutti si muovono sul terreno della paura. Ma paura di chi e cosa? Invece i bambini non si fanno questo problema, anzi una recente indagine, dice che i bimbi sono contenti. Poi la politica ci rimanda esempi sbagliati. Penso che non dobbiamo usare più il termine convivenza, ma condivisione”. Aggiunge Guzzanti: “non è sufficiente un po’ di maquillage per l’integrazione, ma serve un’accettazione più profonda che forse i bambini, come quelli del film, saranno in grado di fare. Il mio preside è completamente inadeguato, se fosse un politico non se la caverebbe con questi piccoli compromessi, e non potrebbe risolvere questi problemi”.

Per Lucia Mascino, che interpreta un’insegnante idealista, “mettere sempre pace tra tutti è sintomo di una nevrosi, e per un’attrice è una bella occasione perché hai l’occasione di farla esplodere, come poi succede”. L’attrice turca Yilmaz che nel film interpreta una nonna rigida e ferma sulle sue posizioni “nessuno degli educatori si preoccupa del motivo per cui il bimbo ha fatto quel gesto. Ma si resta su un livello superficiale”. Della stessa opinione anche Kasia Smutniak “loro si scontrano con una serie di stereotipi e pregiudizi, ma la preoccupazione del mio personaggio è solo relativa all’incidente del figlio”, infatti sottolinea Valerio Aprea, il bidello ferito “noi rappresentiamo dei gretti italioti, rispetto alle due musulmane che sembrano nordiche dal punto di vista culturale”.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 3 Dicembre 2018, 18:55
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