La Pixar per "Luca" inventa un paese delle Cinque Terre e gioca con i luoghi comuni sugli italiani

La Pixar per "Luca" inventa un paese delle Cinque Terre e gioca con i luoghi comuni sugli italiani

di Riccardo De Palo

C’è un nuovo paese sulla mappa italiana, o meglio: c’è in “Luca”, il film d’animazione della Pixar in uscita il prossimo 18 giugno su DIsney+. Per ambientare questa storia che parla di due mostri marini adolescenti, che appaiono umani quando arrivano in terraferma, il regista Enrico Cararosa (al suo primo lungometraggio dopo una lunga carriera come storyboard artist) ha scelto la sua natia Liguria, o meglio: ha preso il meglio delle Cinque Terre, ha mescolato il tutto e ha creato Portorosso. 

La production designer Daniela Strijleva ha raccontato a “Traveler” di essere andata sul posto con il regista Casarosa per trovare ispirazione, visitando minuziosamente questa bellissima zona della riviera ligure. Il risultato, stando ai trailer, è ancora aderente ai luoghi comuni sugli italiani, con bambini che camminano scalzi, guidatori di Vespa senza casco, uomini nerboruti, pesanti accenti locali (nella versione in inglese, naturalmente), spaghetti e gelato a volontà. E tutto sulle note de "Il gatto e la volte" di Edoardo Bennato. C’è anche chi, come Rivista Studio, trova delle somiglianza tra i due bambini Luca Paguro e Alberto Scorfano e “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino. Ma c’è anche molto senso dell’umorismo.

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Per stimolare un clima di attesa, lo sceneggiatore Jesse Andrews ha raccontato con ironia su Twitter di avere trascorso gli ultimi tre anni a Portorosso per scrivere “Luca”, e ha allegato le immagini, tratte ovviamente dal film. «Santa ricotta (sic): non vedo l’ora che lo vediate anche voi».

Andrews ha scritto di avere preso alloggio su una piazza così rumorosa che talvolta non riusciva a scrivere. «Ho affittato la stanza da due sorelle, Concetta e Pinuccia Aragosta, e in nessun momento per tutti e tre gli anni le ho mai viste sorridere», ha scritto sui social, precisando di avere contratto una pericolosa dipendenza dal gelato alla stracciatella.

La finzione, nell’autopromozione, è andata oltre, con racconti di interminabili partite a scopa con gli abitanti locali. «Bella gente comunque, ma sembrano avere tutti un debole per i mostri marini. Oh, c’è anche un cinema, hanno fatto una retrospettiva molto divertente su Giulio Verne». Ci sono poi i resoconti delle gite in bicicletta su strade ripidissime, «sempre terrificanti». Insomma, per dirla con Andrews, ormai immedesimato nel ruolo di promotore turistico, «questa estate, visitate Portorosso».


Ultimo aggiornamento: Domenica 2 Maggio 2021, 22:11
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