Pif a Leggo: «Muoio, torno e capisco la vita». Con Luchetti presenta "Momenti di trascurabile felicità"

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di Ilaria Del Prete
«La luce del frigorifero si spegne veramente quando lo chiudiamo?» è solo una delle domande a cui Paolo, interpretato da Pif, prova a dare risposta dopo essere morto e tornato sulla terra per un'ora e 32 minuti in Momenti di trascurabile felicità. Il film in sala oggi è la sintesi di due romanzi di Francesco Piccolo, che ne è anche sceneggiatore insieme a Daniele Luchetti, che firma la regia e a Leggo spiega come sia riuscito a trasformare il testo in una trama: «Ho pensato di mettere a fianco ai piccoli momenti della vita quotidiana quanto di più grande può accadere a chiunque. La propria morte. In modo da illuminare le cose piccole e far apparire quelle grandi meno gravi».
 
 


È necessario l'escamotage della morte per far apprezzare i momenti belli della vita?
Luchetti: «Nella realtà e nei fatti, neanche con la morte. I film ti aiutano in questo senso».

Pif impersona un uomo medio, con i suoi difetti. Com'è riuscito a farselo risultare simpatico?
Pif: «Ho fatto molta fatica perché io sono molto diverso da Paolo, il protagonista. Ma è uno così pieno di difetti che almeno in uno ti ci rivedi. Non per paragonarmi ad Alberto Sordi, ma anche lui riusciva a trovare quel difetto in cui rispecchiarsi».

Il film vi ha fatto riflettere su quali sono i vostri personali momenti di felicità?
Pif: «Mi ha spinto a fare considerazioni che in realtà già avevo fatto. Se lo avessi interpretato qualche anno fa avrei potuto amare di più il personaggio».

Avete unito la commedia a un sentimento di malinconia. Il risultato vi ha sorpreso?
Luchetti: «Sì, il film ha qualcosa di più della somma dei suoi elementi e fa scattare un'identificazione molto forte. Se stai al gioco ti smuove nel profondo ma con dolcezza».

Perché la scelta della location è ricaduta proprio su Palermo?
Luchetti: «Questo personaggio doveva vivere in un posto accogliente se volevamo essere tristi per la sua morte. In questo momento Palermo offre questa immagine, un clima non banale in una città d'Italia di solito rappresentata per i suoi problemi».

Thony e Renato Carpentieri sono gli altri interpreti principali. Com'è stato lavorare con loro?
Pif: «Con Thony ci conosciamo da poco ma si è creata sintonia. Per Carpentieri ero dispiaciuto che dovesse fare un film con me (ride)».

E tra Pif e Luchetti com'è andata?
Pif: «La prima settimana è stata faticosa. Tutto quello che è il mio modo di fare sul set quando recito è stato messo da parte. Ma avevo bisogno di avere altri punti fermi».
Luchetti: «Capivo che aveva bisogno di fiducia e incoraggiamento continuo. Gli ho messo vicino un acting coach»
Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Marzo 2019, 14:36
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