A 13 anni esordì nel film del papà "Non ti muovere", ma quelli, per Pietro Castellitto, figlio d'arte di Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini, non furono proprio anni facili. In un'intervista su Sette, l'attore scrittore e regista, che a neanche trent'anni ha all'attivo un libro, "Gli Iperborei", e un film da lui sceneggiato e diretto, "I predatori", racconta la sua adolescenza a Roma Nord. E non fa sconti a nessuno.
Roma nord come il Vietnam
«Non credo esista un posto più feroce. Chi è cresciuto a Roma Nord, ha fatto il Vietnam - dice - Ma è un mondo anche tremendamente delicato e crepuscolare. Un mondo dove i valori basilari dell’esistenza — voglia di potenza, di bellezza, di soldi e successo — sono ancora in voga. Dinamiche indicate come negative dal mio mondo di provenienza e da buona parte della società civile».
La scuola non è mai stata la sua passione, anche se è riuscito a laurearsi in Filosofia, a differenza deI mondo del cinema a cui si è dedicato prestissimo. Famoso per aver interpretato Francesco Totti nella serie tv di Sky “Speravo de mori’ prima”, la sua ultima apparizione al cinema è nella parte di Cencio in "Freaks Out" di Gabriele Mainetti.
Speravo de morì prima, Antonello Venditti fa "l'esame" a Pietro Castellitto
Gli anni della scuola
«Ero un ragazzo turbolento - racconta - a scuola venni cacciato per aver sputato nel diario di una compagna.
Quando ho capito di essere figlio di Sergio Castellitto? «Il giorno che in televisione Raffaella Carrà dice: “Abbiamo qui Sergio Castellitto, il più grande attore italiano”». E di Margaret Mazzantini? «Quando vinse il premio Strega. Io la stavo guardando da casa. La chiamai e lei mi rispose. In quel momento vidi mia madre in televisione che parlava al telefono con me».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Dicembre 2021, 13:19
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