Papillon, il bis con Rami Malek e Charlie Hunnam non convince: impossibile battere il carismo di Dustin Hoffman e Steve McQueen

Papillon, il bis con Rami Malek e Charlie Hunnam non convince: impossibile battere il carismo di Dustin Hoffman e Steve McQueen
Era il 1973 e a dar corpo sullo schermo alla storia vera di Henri Charrière, condannato per omicidio e costretto alle atroci sofferenze dell’isolamento e delle torture nella colonia penale dell’Isola del diavolo in Guyana francese, c’erano Steve McQueen e Dustin Hoffman (nei panni del suo amico, il falsario Dega). A rielaborare la storia per il cinema, scrivendo un film che è diventato un cult per generazioni di spettatori, c’era lo sceneggiatore Dulton Trumbo. 



Quarantacinque anni dopo la storia di Papillon (chiamato così per il tatuaggio di una farfalla sul petto) e dell’insopprimibile voglia di libertà che lo portò a compiere diverse fughe rocambolesche nonostante le punizioni che seguivano ai suoi fallimenti, viene raccontata di nuovo dal regista Micahel Noer nel film omonimo, visto in anteprima al Biografilm Festival e nelle sale dal 27 giugno. Stavolta i protagonisti sono Charlie Hunnam (Sons of Anarchy) e Rami Malek (Mr Robot): piuttosto simili nell’aspetto - belloccio, prestante e selvaggio il primo, impacciato e debole il secondo - i due propongono una sorta di calco sterile di quella coppia che cantava un inno all’amicizia in condizioni impossibili. Le dosi massicce di carisma e fascino di cui godevano i due attori “originali” non hanno benedetto, almeno in questo film, Hunnam e Malek, che finiscono per proporre la ripetizione stanca, fredda e manieristica di un’epopea pulsante di paura, sangue, solidarietà e coraggio. (M. Gre.)

PAPILLON di Michael Noer
Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Giugno 2018, 08:22
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