Frances McDormand e Chloé Zhao, incetta di Oscar per il film "Nomadland": «Un viaggio con l'umanità intera»

Frances McDormand e Chloé Zhao, incetta di Oscar per il film "Nomadland": «Un viaggio con l'umanità intera»

di Alessandra De Tommasi

Dopo la vittoria del Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia, Nomadland (dal 29 aprile nelle sale e il 30 in streaming su Disney+) conquista tre Premi Oscar (miglior regista, film e attrice). E così Frances McDormand, che ha anche coprodotto il progetto, arriva a quota tre statuette – meglio di lei ha fatto solo Katherine Hepburn con quattro – mettendo in scena l’adattamento dell’omonima inchiesta giornalistica di Jessica Brider.

La sua protagonista Fern si ritrova all’improvviso senza casa né marito, così inizia un viaggio nomade per gli Stati Uniti a bordo del suo furgone. 
«Abbiamo viaggiato – ricorda l’attrice - per cinque mesi in sette Stati, al punto da sentirci un unico organismo vivente, con la comunità che vive nei camper. Abbiamo rispettato il loro stile, diventando presenze nella loro esistenza per capirne la verità. E ad un certo punto mi sono chiesta cosa succederebbe se fossi uno di loro e credo di esserci riuscita quando ad un negozio della catena Target mi hanno anche offerto un lavoro come impiegata: l’essermi calata nel ruolo ha funzionato. La cosa più difficile? Restare ferma e zitta ad ascoltare, senza parlare: ho imparato a servire la loro storia, invece di raccontare la mia».


Le fa eco la 39enne regista cinese Chloé Zhao: «Ci siamo fatte ogni tipo di domanda, da come usare il bagno a che tipo di pane usare per farsi un panino.

Non volevamo sembrare una grande produzione di Hollywood ma inserirci nel gruppo dei nomadi. Quando li abbiamo coinvolti erano sorpresi che fossimo interessati a parlare proprio di loro, ma poi ci hanno accolto e sono diventati parte integrante di questo progetto. Frances, poi, è molto di più di un’attrice: trattava gli altri come vere star e si sono immediatamente fidati».

«Quello che accade in tutto il mondo mostra l’enorme disparità tra chi ha e chi non ha – aggiunge l’attrice – e il film si domanda come rendere la società più equa, pur senza essere una dichiarazione politica ma una volontà di capire scelte difficili, una specie di situazione socialista in cui uno è per tutto e tutti per uno». 


Ultimo aggiornamento: Martedì 27 Aprile 2021, 08:36
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