Natalie Portman: «Tra noi donne ci sono tante super-eroine»

Natalie Portman: «Tra noi donne ci sono tante super-eroine»

di Michela Greco

«Ho compiuto 40 anni mentre giravamo il film e penso che sia rivoluzionario che Taika Waititi e la Marvel abbiano voluto offrire questo ruolo di supereroina bionda a una quarantenne ebrea, alta un metro e 60 e madre di due figli: sono stata particolarmente fortunata. Viviamo in un’epoca in cui questo è possibile!».

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Sbarcata nella Capitale in tutto il suo splendore nei giorni dell’uscita nelle sale di Thor: Love and Thunder di Taika Waititi, Natalie Portman ha esibito tutto il fascino e l’autorevolezza di un’artista che, da quasi 30 anni, alterna con disinvoltura drammi d’autore a cinecomic, e di una donna da sempre in prima linea per i diritti e per la difesa dell’ambiente. Già tra i protagonisti di Thor nel 2011 e di Thor: The Dark World nel 2013, in questo nuovo film la sua Jane Foster diventa una supereroina in grado di brandire Mjolnir, il martello magico, e di affrontare allo stesso tempo Gorr, il Macellatore di Dèi (Christian Bale) e la sua malattia. «Il suo unire forza e vulnerabilità è proprio ciò che amo di lei – dice l’attrice - Per me è difficile identificarmi con qualcuno che si mostra sempre tosto, potente. Ammiro chi sa esserlo, ma io non sono così. Trovo che sia più realistico e femminista mostrare donne che hanno dubbi, paure, debolezze, donne che affrontano delle sfide e che nello stesso tempo sono toste. Mi sembrano più umane».

Muscolosa, in costume da vichinga e mantello rosso, la sua Jane Foster è un'occasione per riflettere sui modelli proposti dal cinema contemporaneo: «È fantastico che sullo schermo oggi ci siano più supereroine, ma ancora non basta – sottolinea - Saremmo portati a pensare ‘incredibile, guarda quante sono le donne nel ruolo dell’eroe’, ma dovrebbe essere normale. È comunque bello che in questo film ci siano due supereroine: al mio fianco c’è anche il personaggio interpretato da Tessa Thompson, con cui formo una squadra. È importante per i bambini vedere supereroi di ogni genere».

Con circa 70 film da attrice in 30 anni (ha debuttato in Léon accanto a Jean Reno nel 1994), Natalie Portman ha percorso anche altri sentieri, e non ha intenzione di smettere: «Vorrei dirigere ancora un film – spiega – Mi piacerebbe usare la mia voce in modi diversi. Ho appena lavorato a una serie per AppleTV dal titolo Lady in the Lake, di cui sono anche produttrice: ecco, è un modo per esplorare altre strade dopo aver fatto per 30 anni la stessa cosa, ovvero essere l’acqua in un contenitore cui altri hanno dato forma. Ora vorrei essere colei che crea il contenitore, mi sembra un bel modo per mettere a frutto la mia esperienza». Tra i temi che le stanno particolarmente a cuore, Portman cita «l’esperienza delle donne e il loro punto di vista. Sono stata molto influenzata da due scrittrici italiane – aggiunge - Natalia Ginzburg ed Elena Ferrante, che hanno portato una prospettiva innovativa sulle donne». E sulle polemiche per la sentenza sull'aborto, dice «La Corte suprema non è il popolo Usa, si risolverà tutto».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Luglio 2022, 17:34
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