La morte del cinema, della cultura, della politica. Ma “Il sol dell’avvenire”, il nuovo film di e con Nanni Moretti in uscita al cinema il 20 aprile, rinuncia all’idea di morte ed è in realtà un inno alla vita, alla libertà, al senso di comunità. Un film nel film, a dire il vero. Moretti alle prese con Moretti alle prese con la lavorazione di una pellicola incentrata su una compagnia circense e ambientata in un quartiere romano di periferia nel 1956, durante l’invasione sovietica in Ungheria, quasi un “Otto e mezzo” di Fellini ma con più chiavi di lettura sovrapposte e pensato da una prospettiva di sinistra.
Vi si potrebbe cogliere un riferimento all’attualità della guerra in Ucraina ma in realtà «la prima stesura della sceneggiatura risale a giugno 2021 - ha spiegato il regista - mentre la guerra in Ucraina è iniziata l’anno scorso. Non abbiamo fatto modifiche in corso d’opera, fatte salve un paio di battute, una aggiunta e una tolta perché alla luce dell’attualità mi faceva impressione». Il film, con protagonisti anche Silvio Orlando (tornato a lavorare con Moretti dopo 17 anni) e Margherita Buy, offre l’opportunità di riflettere sul presente, per esempio sullo stato odierno del cinema e sulle piattaforme online, che secondo l’autore di “Caro diario” «vanno bene solo per le serie, i film si devono fare per il cinema». Sulle difficoltà delle sale l’artista ha invece affermato: «Ho sempre cercato di andare contro l’onda. Negli anni 80 si facevano pochi film realmente radicati sul territorio e io reagii creando una mia casa di produzione per film italiani; poi negli anni 90, mentre le sale iniziavano a chiudere, aprii il cinema Nuovo Sacher; e oggi faccio film rivolti unicamente agli spettatori in sala».
Il cinema italiano però non è in crisi, anche se Moretti ravvisa scarsa attenzione nei suoi confronti: «Un tempo i film d’autore venivano preparati bene, coccolati, uscivano al momento giusto.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Aprile 2023, 08:19
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