Monica Bellucci sado-diavolessa per Nekrotronic al Sitges Festival, fa anche esplodere le capre con uno sguardo

Monica Bellucci sado-diavolessa per Nekrotronic al Sitges Festival, fa anche esplodere le capre con uno sguardo. E la scena è già un cult

di Ilaria Ravarino
Una sola immagine, già cult: Monica Bellucci in pelle nera, in piedi ai margini di un pentacolo, fa esplodere, in una pioggia sanguinolenta di viscere e sangue, una capra. E lo fa senza muovere un muscolo, con la sola forza del pensiero. Un sacrificio animale motivato, si fa per dire, da un ragguardevole scopo: caricare di energia maligna una app demoniaca, progettata per trasformare gli uomini, dipendenti dagli smartphone, in zombi. 



Folle, allucinato e sopra le righe, Nektronic dell’australiano Kiah Roache-Turner è stato uno dei primi film proiettati in questi giorni al Sitges Film Festival, l’appuntamento europeo con il miglior cinema fantastico in programma ogni autunno in Catalogna. Ed è stato - per le categorie dell’evento - un successo. 

Al centro della storia c’è un’inedita Monica Bellucci, qui in versione sado-cattiva: occhi rossi, una batteria di poteri magici ed espressioni di stordita perfidia, l’attrice interpreta la matriarca di una stirpe demoniaca determinata a riprendere il controllo del pianeta (l’inserto animato sulla storia dei demoni è tra le cose migliori del film). Contro di lei tuttavia si muove una forza altrettanto potente, quella di un gruppo di combattenti spregiudicate (Caroline Ford, Tess Haubrich) decise a far fuori il mostro grazie a due armi speciali: una stampante 3d cattura-anime (sic!), e un potente negromante, Howie (Ben O’Toole), ancora non perfettamente in grado di controllare i propri poteri. 

Scombinato, sregolato, a tratti clamoroso, Nekrotronic - che nella platea specializzata di Sitges ha strappato qualche applauso a scena aperta - si muove tra gore e fantascienza spaziando, nell’arco dei toni, tra il grottesco e il demenziale. Il background di critica sociale, sull’ossessione moderna per la tecnologia e la dipendenza da device, c’è ma resta sullo sfondo, schiacciato dal fragore dadaista della trama: una festa sgangherata di arti mozzati, teste (e animali) che esplodono, battute nonsense e sguardi in macchina,  neon rosa e luci fotoniche, capace di mettere insieme Monica Bellucci, gli spettri, la realtà aumentata, Gloria Gaynor. E Babbo Natale. 
Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Ottobre 2018, 00:26
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