Miriam Leone: «Sono un animale in gabbia che vive una redenzione»
di Michela Greco
Nella commedia sentimentale (mischiata a un heist movie) diretta da Emiliano Corapi, la ragazza pronta a tutto delle serie tv 1992, 1993 e 1994 e la Eva Kant che attendiamo di vedere in Diabolik dei Manetti Bros. duetta con Simone Liberati (Cuori puri, La profezia dell’armadillo) per raccontare la paura di essere felici. Quel terrore di rischiare che domina lui, assicuratore insicuro che si illude di controllare Anna perché costretta tra quattro mura, e che ingabbia lei in un’armatura che tiene lontani i sentimenti. «Anna è un personaggio moderno – dice l’attrice – è smaliziata, conduce il gioco e vive un’evoluzione interessante. Mi affascina chi prende scelte sbagliate a un bivio della vita e poi vive una redenzione. Lei mi ha attratto proprio per la sua dimensione di animale in gabbia».
Ostentatamente senza scrupoli, in conflitto costante con la madre (Anna Ferruzzo), il suo personaggio “ringhia” nell’accento catanese che appartiene all’attrice per nascita: «È stata come una ricerca delle radici – ha spiegato Leone – Per immedesimarmi in un personaggio così immaturo sentimentalmente sono tornata indietro nella mia storia fino al periodo universitario e alla mia incompiutezza di donna. Ho cercato qualcosa di Anna anche nelle persone che avevo conosciuto a Catania nei primi anni 2000». Presentato al Bif&st 2019, L’amore a domicilio sarebbe dovuto uscire al cinema e invece arriva dritto su una piattaforma: «Anche il film visto sul divano ha il suo perché e sono comunque felice di arrivare al pubblico. Non credo che lo streaming tolga qualcosa al grande schermo, ma nel mio cuore non sostituisce l’esperienza della condivisione. Io amo il cinema e mi manca la sala».
Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Giugno 2020, 13:50
© RIPRODUZIONE RISERVATA