Jason Reitman dirige Legacy: «A 6 anni ero sul set di Ghostbusters, ora mio padre sarà orgoglioso di me»

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di Michela Greco

ROMA - Una grande, pesantissima eredità, quella di Ghostbusters, la commedia action horror che nel 1984 fece incassi record e che è rimasta negli anni un cult amatissimo. Dopo il sequel del 1989 e il reboot del 2016, non proprio memorabili, la grande sfida la coglie oggi Jason Reitman con Ghostbusters: Legacy. E la vince. Figlio di Ivan (il regista che firmò il primo film), Jason ha da sempre nel sangue e negli occhi lo spirito (è proprio il termine adatto) dell'avventura paranormale che sconquassò New York a suon di flussi di particelle e sbruffonaggini di Venkman e soci, e ora ha saputo riproporlo con il giusto rispetto per il materiale originario e idee intelligenti per acchiappare l'interesse delle nuove generazioni.
In apertura oggi ad Alice nella città e dal 18 novembre al cinema, Ghostbusters: Legacy sposta tutta l'azione in uno sperduto paesino della campagna americana, dove la mamma single Callie (Carrie Coon) è costretta a trasferire i due figli Trevor e Phoebe (il Finn Wolfhard di Stranger Things e Mckenna Grace) dopo lo sfratto. La casa è quella ricevuta in eredità dal nonno appena morto: soffitti pericolanti e presenze misteriose. «Avevo sei anni quando ero sul set di Ghostbusters a New York e guardavo papà che dirigeva Bill Murray, Dan Aykroyd, Harold Ramis ed Ernie Hudson ha raccontato ieri Jason Reitman, in collegamento dagli Usa Vedevo questi personaggi volare e saltare, osservavo il gigantesco omino di marshmallow. Spesso mi hanno chiesto se avrei mai fatto Ghostbusters: io pensavo che più che vedere il mio film sugli acchiappafantasmi volessero ritrovare gli zaini protonici e la macchina Ecto-1. Ora io e Gil Kenan, con cui l'ho scritto, abbiamo raccontato la storia di una famiglia per i nostri figli, con i ragazzini che diventano le star dell'azione, esaltando nello stesso tempo ciò che tutti amano del Ghostbusters originale».
Missione compiuta: nuovi personaggi azzeccatissimi, a partire dal meraviglioso professor Grooberson (Paul Rudd), un'ambientazione campestre che si sposa bene con l'atmosfera creepy ma giocosa della storia, musica e fantasmi retrò che faranno battere il cuore ai nostalgici. «Al Comic-Con abbiamo mostrato il film a 3000 fan, c'era anche mio padre Ivan. Brillava di orgoglio», ha concluso il regista.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Ottobre 2021, 09:00
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