Matthew McConaughey: «Cocaine? Ora scelgo solo film difficili, dalla mia carriera voglio molto di più»

Matthew McConaughey: «Cocaine? Ora scelgo solo film difficili, dalla mia carriera voglio molto di più»

di Alessandra De Tommasi
L’ex principe delle commedie romantiche - dopo l’Oscar 2014 per Dallas Buyers Club - ha decisamente voltato pagina e si è reinventato in ruoli drammatici. Nell’ultimo film Matthew McConaughey interpreta un problematico padre single che, come ha raccontato al Festival di Toronto, si trova a convivere con il fatto che il figlio quindicenne diventi un signore della droga. Succede in Cocaine: La vera storia di White Boy Rick (in sala dal 7 marzo).
 
 


Il comune denominatore dei progetti che sceglie ora?
«Mi rendono felice di alzarmi la mattina per andare a lavoro».

Tutto è cominciato con Dallas Buyers Club e Hollywood ha iniziato a guardarla con altri occhi.
«È stato un rischio, calcolato insieme a mia moglie. Mi sono preso una pausa perché volevo ruoli di spessore, che mi svincolassero dall’eroe romantico a cui venivo associato».

Le è costato molto
«Un film sull’HIV con un protagonista omofobico, non lo voleva fare nessuno. Io mi ci sono buttato, perdendo 23 chili e cambiando letteralmente pelle. Quell’azzardo mi ha aperto porte impensabili, come lavorare con Martin Scorsese. Da allora scelgo solo situazioni difficili, personaggi poco ortodossi. Dalla mia carriera voglio molto di più».

E riceve solo offerte di questo tipo, incluso il film Cocaine. Perché ha accettato?
«Era una storia che valeva la pena raccontare, una pagina d’attualità importante e che io, ad esempio, non avevo mai sentito. Richard non riesce a staccarsi dalla nostalgia del passato, anche se spera in un futuro migliore e da genitore single il peso di ogni sconfitta si amplifica».

Si è immedesimato, da padre, nelle sue scelte?
«Ai suoi occhi il figlio è un campione, quindi non vede le conseguenze delle sue azioni sconsiderate. A volte un papà pensa sia meglio comportarsi da miglior amico, ma non so se sia la politica giusta in questo caso». 

Con lo streaming, l’offerta si è moltiplicata. Perché vale la pena vedere questo film?
«Mi auguro che la gente esca di casa ed entri in sala non solo con la voglia d’intrattenimento, ma con il desiderio di portare qualcosa con sé da questo racconto». 

È bravo con i rischi?
Sono pietrificato dalla paura, ma li corro lo stesso. E l’investimento in questa storia verrà ripagato».

Quest’anno compirà 50 anni
«La svolta è arrivata con i 40, quando ho messo su famiglia e ho trovato la mia identità, personale ma anche artistica. Ho preso la mia immagine pubblica e l’ho capovolta imparando a cambiare cosa non mi stava più bene».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Febbraio 2019, 07:52
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