ROMA - «Sognavamo di fare Diabolik da tanti anni e abbiamo sentito parlare di tanti progetti che non andavano in porto. Noi ci sentivamo troppo piccoli per questa gara, ma quando poi ci abbiamo provato, il direttore editoriale Mario Gomboli ci ha detto “aspettavo un testo come questo da 50 anni”, ed è stato un momento indimenticabile». Da giovedì, il sospiratissimo film dei Manetti Bros tratto dal fumetto delle sorelle Giussani arriverà finalmente al cinema (in circa 500 sale), affrontando la durissima competizione natalizia dopo i lunghi rinvii dovuti alla pandemia. Con la benedizione dell’editore del fumetto (Astorina), che si è convinto perché si trattava di un film «DI Diabolik, non su Diabolik».
Dalla tuta nera del criminale di Clerville sbucano, come è noto, gli occhi di ghiaccio di Luca Marinelli, che trova la sua compagna e alleata in Eva Kant (Miriam Leone, elegantissima con il suo chignon biondo) dopo il fidanzamento con la remissiva Elisabeth (Serena Rossi). Mentre cerca di rubare il celebre diamante rosa di Lady Kant (prima di conoscerla e innamorarsene), Diabolik deve sfuggire all’ispettore Ginko (Valerio Mastandrea), per il quale catturare il Re del terrore è diventata una ragione di vita.
Questo dei Manetti è un Diabolik in purezza, di attenzione filologica. «Non dovevamo sorprendere per forza – conferma Marco Manetti - Abbiamo cercato di essere fedeli all’albo numero 3 e non solo, ma abbiamo presto capito che la fedeltà non esiste: era comunque la nostra visione soggettiva». «Abbiamo scelto l’albo 3 perché è quello dell’apparizione di Eva, quello in cui accanto a Diabolik compare una donna forte», aggiunge Antonio Manetti.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Dicembre 2021, 08:34
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