Luca Manfredi: «Mio padre Nino dimenticato dal suo borgo»

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Orgogliosamente castrese di origine, Saturnino Manfredi, in arte Nino, è stato attore, regista, sceneggiatore, cantante, doppiatore, “colonnello della risata” con Alberto Sordi, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi negli anni d’oro della commedia italiana.
E’ stato recentemente celebrato in Italia e nel mondo per le sue straordinarie doti artistiche; ma non, nel suo borgo natio, Castro dei Volsci (Frosinone). I 100 anni dalla nascita, infatti, sono passati quasi in silenzio nel piccolo borgo della Ciociaria. Un fatto bizzarro, che certamente lui non si sarebbe aspettato e che forse avrebbe liquidato con una risata.
Una contraddizione che non è sfuggita al figlio, Luca Manfredi, autore e regista proprio di un film per la Rai sugli inizi della carriera del papà Nino, interpretato da un bravissimo Elio Germano, e anche di un inedito documentario sulla sua vita artistica e privata “Uno, nessuno, cento Nino” per celebrare il recente centenario.
LE REAZIONI
Queste contraddizioni sono state evidenziate nell’ultimo Consiglio Comunale di Castro dei Volsci nel quale l’opposizione ha chiesto che il teatro comunale (oggi intitolato a Vittorio Gassman) prenda quanto prima il nome di Nino Manfredi al quale, tra l’altro, si vuole dedicare anche un monumento (magari riproducendo la celeberrima figura dell’emigrante con la valigia in mano  che esce dal tunnel del Sempione, nella scena finale del film “Pane e Cioccolata”).
IL COMMENTO
«Trovo per lo meno singolare che nel paese natio di mio padre, il teatro non sia dedicato a lui, ma a un suo pur bravo amico e collega genovese», esordisce Luca con un pizzico di amarezza. 
Poi riprende: «So che poche settimane fa alcuni consiglieri di Castro dei Volsci hanno avanzato la proposta, in Consiglio Comunale, di deliberare il cambio del nome del teatro comunale, a suo favore. Ma, a quanto pare, non è stato trovato il tempo per discuterne».
L’APPELLO
Poi Luca prosegue: «Ho saputo, inoltre, che il Consiglio Comunale si è riunito per l’approvazione del bilancio ed ha bocciato l’idea del monumento, adducendo presunti errori formali nella presentazione della proposta, non considerando la validità ed il significato del progetto per la realizzazione di un “monumento all’emigrante”. Non sta a me entrare nelle dinamiche politiche e, in particolare, in quelle di un Consiglio Comunale, ma lancio un forte appello a tutti i Castresi, affinché si mettano da parte inutili e dannose diatribe, per il bene del paese, tanto caro a mio padre. Sono certo che, per i suoi 100 anni, sarebbe il regalo più bello, oltre a rappresentare un elemento di indubbia attrazione per i visitatori del borgo. Io e tutta la mia famiglia - conclude Luca Manfredi - avremo sempre nel cuore i suoi racconti e i suoi aneddoti sulla sua infanzia nella sua terra, la Ciociaria, raccontati anche nel mio libro “Un friccico ner core”».
Luca non lo dice, ma è innegabile che il solo nome di “Nino” sarebbe una enorme risorsa per un borgo che conserva, intatti, i luoghi dell’infanzia del grande attore, a cominciare dalla casa in cui nacque. Ma sarebbe, soprattutto, uno stimolo enorme per quei giovani talenti, che credono ancora nel fascino del cinema, della musica e, più in generale delle espressioni artistiche. 
 


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