Fabrizio Bentivoglio: «Loro siamo tutti noi, la spudoratezza oggi è un valore»

Fabrizio Bentivoglio: «Loro siamo tutti noi, la spudoratezza oggi è un valore»

di Michela Greco
ROMA - Qualcuno ci ha visto Sandro Bondi, qualcun altro Roberto Formigoni. Ma Santino Recchia, il ministro amante della poesia e delle camicie con gli animali creato da Paolo Sorrentino per il dittico Loro (la cui seconda parte sarà al cinema il 10 maggio), non è né l’uno né l’altro. Lo ha detto chiaramente il regista e lo ha ripetuto il suo interprete Fabrizio Bentivoglio che, in questo affresco che ricostruisce - artisticamente -l’epopea berlusconiana tra il 2006 e il 2010, è un politico che vive all’ombra di “Lui”. Sbavando - quasi letteralmente - dietro a giovani donne (si innamora di Tamara/ Euridice Axen) e al potere.

Dunque chi è Santino Recchia?
«Lo abbiamo creato come un camaleonte, uno in grado di cambiare a seconda di chi ha di fronte. Sorrentino, nel propormi il ruolo, mi ha detto: “Ti dovrò imbruttire, ti toglierò gli occhi e i capelli”. Ho detto “Va bene, facciamolo”. Questo, per un attore, è la chiave di tutto».

Sorrentino ha fatto un gran lavoro sui corpi.
«Già durante le prove costumi, vedendo Santino allo specchio, mi veniva di farlo muovere in un certo modo. Mi sembra interessante pensare alla frase “tutti sono indispensabili, tutti sono sostituibili”. Qui quelli davvero indispensabili sono Silvio e Veronica, tutti gli altri sono sostituibili. E il sostituto avrebbe fatto più o meno le cose che ha fatto Santino. Allargando il cerchio… si arriva a noi. A tutti».

È un’opera che ci chiama in causa.
«Lo fa perché punta l’attenzione sul lato sentimentale dei personaggi: almeno in quello siamo tutti uguali».

In cosa?
«Nella paura di morire e in quella di fallire. Nel terrore che tutto finisca, che la bolla di potere quasi incondizionato esploda e si venga esclusi. Sono paure le angosce di tutti».

È anche un film sul voyeurismo? Berlusconi guarda le donne. Gli spettatori sbirciano i famosi festini…
Non ci avevo pensato, ma mi verrebbe da dire che se ci sono quelli che vogliono guardare, ci sono quelli che si vogliono far guardare. Se pensiamo ai social, il problema di oggi è un sordo esibizionismo, una voglia di mostrare a tutti anche la cosa più privata. È qualcosa che fino a una generazione fa avrebbe fatto abbassare gli occhi, oggi sembra che tutto sia ribaltato, la spudoratezza è considerata un valore». 
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BOTTA&RISPOSTA «Non ha capito la prima scena del mio film? È un problema suo». Paolo Sorrentino non mai stato particolarmente accomodante e ieri - alla presentazione di Loro 2 a Roma, al cinema Moderno - l’ha confermato rivolgendosi così ad una giornalista che chiedeva lumi sulla scena iniziale, con una pecora. Prima di lui, a gennaio 2014, il suo attore-icona, Toni Servillo, mandò a quel paese in diretta una giornalista di RaiNews (poi scusandosi) che sollevava critiche al pluripremiato “La grande bellezza”
Ultimo aggiornamento: Giovedì 3 Maggio 2018, 09:15
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