Il muto di Gallura, un western nella Sardegna dell'Ottocento

Il muto di Gallura, un western nella Sardegna dell'Ottocento

di Michela Greco

«Mi piaceva l’idea che questa non fosse la storia di un killer, ma di un emarginato nella Sardegna dell’Ottocento. Mi sono chiesto come potesse crescere un ragazzo sordo, e quindi anche muto, in un mondo mentalmente chiuso e brutale come quello dell’epoca». Lo dice Andrea Arcangeli, giovane attore già abituato a grandi sfide come quella di interpretare Roberto Baggio (ne Il divin codino) e la serie Romulus, recitata in latino arcaico. Stavolta è il protagonista de Il muto di Gallura, opera prima di Matteo Fresi che è anche l’unico film italiano in concorso al 39° Torino Film Festival, un western che rievoca la vicenda di Bastiano Tansu, un personaggio realmente esistito che fu protagonista di una violentissima faida nella Sardegna dell’Ottocento.

«Il western è uno dei tanti ingredienti – conferma il regista – ma trovo nella tragedia greca l’antenato più giusto di questo film, che non volevo fosse etnografico, museale, perché racconta una storia antica che ai giorni nostri è ancora viva».

Il muto di Gallura è prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci. «È una storia forte e vera, legata a una terra che amo molto - ha detto - amo il western e poterne produrre uno è stata una bella opportunità». 


Ultimo aggiornamento: Giovedì 2 Dicembre 2021, 06:30
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