«Mi piaceva l’idea che questa non fosse la storia di un killer, ma di un emarginato nella Sardegna dell’Ottocento. Mi sono chiesto come potesse crescere un ragazzo sordo, e quindi anche muto, in un mondo mentalmente chiuso e brutale come quello dell’epoca». Lo dice Andrea Arcangeli, giovane attore già abituato a grandi sfide come quella di interpretare Roberto Baggio (ne Il divin codino) e la serie Romulus, recitata in latino arcaico. Stavolta è il protagonista de Il muto di Gallura, opera prima di Matteo Fresi che è anche l’unico film italiano in concorso al 39° Torino Film Festival, un western che rievoca la vicenda di Bastiano Tansu, un personaggio realmente esistito che fu protagonista di una violentissima faida nella Sardegna dell’Ottocento.
«Il western è uno dei tanti ingredienti – conferma il regista – ma trovo nella tragedia greca l’antenato più giusto di questo film, che non volevo fosse etnografico, museale, perché racconta una storia antica che ai giorni nostri è ancora viva».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 2 Dicembre 2021, 06:30
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