Ratzinger e Bergoglio sono "I due papi": «Due diverse visioni del mondo»
di Michela Greco
È il brasiliano Fernando Meirelles a inquadrare Benedetto XVI e Francesco dal conclave che portò all’elezione del primo a quello che condusse il secondo al soglio pontificio dopo la clamorosa rinuncia di Ratzinger, tra le architetture maestose del Vaticano con le sue solenni ritualità e sprazzi di passioni molto terrene come il calcio, la Fanta, la musica degli Abba e il commissario Rex. «Ci piace papa Francesco anche per la sua agenda, è quasi una popstar. È l’unico che affronta il tema della distruzione del nostro pianeta. È buffo che un papa scriva un’enciclica basata sulla scienza mentre Trump e Bolsonaro dicono cose assurde», ha detto ieri il regista presentando il film a Roma con il suo protagonista Pryce. «Mi sembra di prepararmi da sempre per questo ruolo - ha detto l’attore ridendo - Quando Bergoglio è stato eletto papa, sul web sono fioccate immagini con la sua foto vicino alla mia per indicare la somiglianza. Io vedo in lui più un leader politico che religioso - ha aggiunto - Interpreta un bisogno di cambiamento e parla di economia, di ambiente, di rifugiati». Nel racconto di Meirelles, Bergoglio è un costruttore di ponti che predica che «la misericordia è dinamite che distrugge i muri», proprio quelli che Ratzinger vuole difendere. Ma è anche - grazie a due flashback di gran peso narrativo - l’uomo che stava per sposarsi prima di entrare in seminario e il prete che ebbe a che fare con la dittatura di Videla negli anni 70. Un periodo che torna alla memoria di Pryce/Bergoglio con un gran carico di sensi di colpa.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Dicembre 2019, 08:21
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