I corti d'autore? Ora si vedono in metro. Appuntamento a Cipro

I corti d'autore? Ora si vedono in metro. Appuntamento a Cipro

di Alessandra De Tommasi
Sembra una scatola magica, installata fuori dai tornelli della stazione Cipro della Metro A con grandi luci colorate e mille colori. È il Temporary Cinema Scenic, una sala creata da Renault che proietta per 12 ore al giorno no stop, cortometraggi realizzati con il Centro Sperimentale di Cinematografia e L’Isola del Cinema.

A cominciare da Ningyo, di Gabriele Mainetti (Lo chiamavano Jeeg Robot) con Alessandro Borghi e Aurora Ruffino, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e cult online, con tre milioni e mezzo di click.

Perché ha accettato la sfida Renault? «L’idea di creare un corto modulare, con sei possibili storie alternative, mi ha intrigato subito. Ningyo declina la fine di una storia d’amore in modi diversi e sceglie il pubblico che direzione darle. O è un addio sereno o un’ossessione o un rifiuto. La sirena e l’uomo al centro della storia vengono da due mondi diversi che si possono incontrare solo per poco tempo, un po’ come nel film Ladyhawke».

Tutti lo possono vedere, in attesa dell’arrivo della metro «Da ragazzino avrei fatto sega a scuola per partecipare a qualcosa del genere! Già a dieci anni ho chiesto a papà di andare a lezione con il bus e quando andavo a Cinecittà per girare Jeeg Robot ho rifiutato l’autista, perché amo la metro. Posso guardare le persone, senza pagare il biglietto, come diceva Bukowski».

Potrebbe essere il primo di una serie di eventi? «Magari, fosse per me durerebbe un anno. In un periodo in cui le sale in città vengono chiuse, Renault ne ha aperta una per tutti. Si può riscoprire la gioia di uscire e condividere una storia».

A fine 2017 inizierà un film. Anticipazioni? «Non sarà un film di genere, ma un film di generi, adatto a tutte le età, con l’intento di emozio nare e non stupire. E poi ne ho già in mente un terzo, ma non per la tivù, come è stato detto».

Pressioni? «No, sono sempre rimasto fedele a me stesso, senza ascoltare chi mi chiedeva di cambiare per seguire la logica del botteghino. E ha funzionato: i produttori che per anni mi hanno sbattuto la porta in faccia ora fanno la fila per sembrare miei amici».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Febbraio 2017, 10:20
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