Addio al regista della Nouvelle vague: Jean-Luc Godard, autore franco-svizzero, è morto all'età di 91 anni. Ne dà notizia il quotidiano francese Libération. Godard è ricorso al suicidio assistito in Svizzera: «Non era malato, era soltanto esausto», rivela una fonte vicina al regista citata dal quotidiano Libération.
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Punto di riferimento per i giovani cineasti
«Un regista totale con mille vite e un'opera tanto prolifica», scrive «Liberation». Era nato a Parigi il 3 dicembre 1930.
Tra i più significativi autori cinematografici della seconda metà del Novecento, esponente di rilievo della Nouvelle vague, è stato punto di riferimento per i giovani cineasti degli anni Sessanta, rappresentando un segno di demarcazione fra epoche e culture della storia del cinema. Godard si è sempre contraddistinto per la sua produzione attenta alle forme espressive e al contenuto ideologico.
L'esordio con "Fino all'ultimo respiro"
Dopo un'attività di critico cinematografico, Godard esordì nel lungometraggio con «Fino all'ultimo respiro» (1959), protagonisti Jean-Paul Belmondo e Jean Seberg, sorta di film-manifesto in cui si rispecchiavano le aspirazioni di molti autori appartenenti alla sua generazione: un cinema a basso costo, fuori dalle strutture industriali, sottratto alle regole dello spettacolo.
Alla critica radicale del linguaggio cinematografico tradizionale, si unì, nei film successivi, una sempre più consapevole critica dei valori sociali dominanti: «Questa è la mia vita» (1962); «La donna è donna» (1962); «Les carabiniers» (1963); «Il disprezzo» (1963), tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia; «Una donna sposata» (1964); «Il bandito delle ore undici» (1965); «Il maschio e la femmina» (1966); «Una storia americana» (1966); «Due o tre cose che so di lei» (1966).
A partire dal 1967 Godard si volse a un cinema più esplicitamente militante, sperimentando nuovi modi di produzione e insieme di elaborazione estetica e ideologica: «La cinese» (1967); «British sound» (1969); «Pravda» (1969); «Lotte in Italia» (1970); «Crepa padrone, tutto va bene» (1972). Liricità e ironia, consapevolezza della crisi e una nuova sensibilità figurativa sembrano invece prevalere (pur nella fedeltà a un'idea di cinema come rischio formale e ideale e a uno stile sempre innovativo e sperimentale) nei film girati dalla fine degli anni Settanta: «Si salvi chi può» (1979); «Prénom Carmen» (1982); «Je vous salue Marie» (1984); «Détective» (1985); «Nouvelle vague» (1990); «Germania nove zero» (1992).
Negli anni Novanta Godard proseguì la sua ricerca di nuove forme visive realizzando «Ahimè!» (1993), «Forever Mozart» (1996).
Brigitte Bardot: «Non sarai mai dimenticato»
«Tu non sarai mai dimenticato» con accanto un cuore rosso spezzato. Così Brigitte Bardot su Instagram ricorda Il regista francese Jean-Luc Godard, morto a Parigi a 91 anni. L'attrice che fu protagonista de 'Il disprezzo' (19639, adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Alberto Moravia, sul suo profilo social posta una serie foto in bianco e nero che ritraggono lei e il regista giovanissimi.
Sulle sue storie di Instragram la Bardot, su un'altra foto di Godard in bianco e nero scrive: «Cuore spezzato».
Jean-Luc #godard, #morto il regista della Nouvelle Vague: aveva 91 anni https://t.co/rWCHRk0WK4
— Leggo (@leggoit) September 13, 2022
Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 09:36
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