Giorgio Tirabassi regista, Il grande salto: «Un colpo con Memphis»

Giorgio Tirabassi regista, Il grande salto: «Un colpo con Memphis»

di Michela Greco
ROMA - «Da qualche anno l'esigenza della svolta si è fatta più pressante. Io lo racconto con i miei due rapinatori di seconda fascia, due malviventi vecchio stile che non c'entrano nulla con mafia capitale o con la famiglia Spada. Sono solo due disperati che, appunto, vogliono svoltare». Dopo oltre trent'anni di onorata carriera da attore, Giorgio Tirabassi ha fatto Il grande salto, sperimentandosi nella sua prima regia con questa heist comedy agrodolce dai toni surreali, al cinema da oggi. «So di aver creato un film poco riconoscibile, difficilmente etichettabile - dice - ma proprio perché era la mia prima volta dietro la macchina da presa ho voluto essere libero e prendermene tutti i rischi».

Al suo fianco nell'impresa c'è l'amico Ricky Memphis, con cui ha condiviso molte puntate di Distretto di polizia e che ne Il grande salto è il suo co-protagonista Nello, un quarantenne molto solo che, come lui, cerca di cavarsela dopo 4 anni di prigione per una rapina finita male. Rufetto e Nello sono due outsider, piccoli criminali sgangherati che accumulano una sfiga dopo l'altra e faticano a farsi prendere sul serio persino a casa, dove li aspettano la moglie di Rufetto (Roberta Mattei) e i suoceri (Gianfelice Imparato e Paola Tiziana Cruciani). «Ho voluto accanto a me dei grandi professionisti che sono anche grandi amici tra cui anche Lillo, Valerio Mastandrea e Marco Giallini, che compaiono in piccole partecipazioni. A Ricky ho pensato da sempre, anzi per la verità lo avrei voluto con me anche quando raccontavo le avventure di Nello e Rufetto a teatro», rivela Tirabassi. «Ma io sono troppo emotivo, il teatro mi spaventa - risponde Memphis - Al cinema invece sono stato felice di ritrovare Giorgio, ero certo che sarebbe stato un bravo regista perché anche quando recitavamo insieme lo vedevo interessarsi agli altri reparti, curiosare dietro le quinte. Sul set, infatti, ha avuto le idee chiare: aveva occhio e orecchio per tutto ciò che era scritto sul copione e anche per ciò che non c'era, per le pause e per gli sguardi».

Il risultato è una commedia dal forte sapore malinconico che cambia tono e ritmo vorticosamente e si aggancia molto ai personaggi, a volte fino al punto di perdere di vista il contesto. «Ho voluto raccontare chi cerca la svolta col mio gusto personale - ha concluso Tirabassi - quello di uno spettatore cresciuto con Citti, Monicelli, Scola e Risi».

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Giugno 2019, 08:51
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