Giffoni Film Festival 2022, Maria Chiara Giannetta: "Dopo Blanca sogno una dark lady"

Giffoni Film Festival 2022, Maria Chiara Giannetta: «Dopo Blanca sogno una dark lady»

di alessandra de tommasi

È l’artista del momento: Maria Chiara Giannetta può essere considerata l’attrice più pop in circolazione. Sembra che questa 30enne foggiana sappia fare di tutto, dal gestire il palco del Festival di Sanremo al dar voce ai non vedenti con grande dignità nella fiction Rai Blanca (di cui è in arrivo una seconda stagione), per non dimenticare la presenza in Don Matteo (per le nuove puntate bisognerà attendere un paio d’anni).

Tra un ciak e l’altro della serie Buongiorno, mamma 2! accanto a Raoul Bova, ha partecipato al Giffoni Film Festival, l’evento per ragazzo in scena per la 52° edizione nell’omonima cittadina campana.

Il suo è stato uno degli incontri con maggiori partecipazione ed entusiasmo, con plausi unanimi da parte di giurati e giornalisti.

Finora lei ha messo in scena donne di spessore. Cos’hanno in comune?

Sono entrambe testarde ma, soprattutto, rispecchiano il tipo di ruolo che io cerco, quello di personaggi con difetti. Queste imperfezioni li rendono e ci rendono interessanti e umani.

In quale personaggio si è maggiormente rivista?

In Anna di Buongiorno, mamma!, anche se io non sono genitore nella vita reale. Anzi potrei mettere a frutto questo approccio con i figli, se li avrò.

Si considera femminista?
Per fortuna in questo momento le donne raccontano storie di donne e fanno sentire la loro voce, ma possono farlo anche gli uomini, anzi è arrivato il momento di dimostrarlo.

Cosa avrebbe fatto se non avesse scelto questa professione?
Non avevo un piano B vero e proprio. Ma se forse avrei studiato criminologia a Perugia, avrei potuto fare il profiler e studiare le persone per capire chi ho davanti. In questo però è molto simile al lavoro dell’attore.

Questo traguardo professionale è diventato lo scopo della vita?
Va bene la determinazione, ma l’ossessione no.

E infatti nel frattempo ho fatto altro lavoretti, come la babysitter, anche se dentro di me sapevo che era la mia strada. Dopo il Centro sperimentale di cinematografia però i provini non sono andati bene, ma non ho mollato, sentivo in cuor mio che in quel momento non potevo far altro che aspettare.

Come ha affrontato lo stop durante la pandemia?
A settembre scorso ho iniziato un percorso di terapia perché non avevo gli strumenti per affrontarla da sola. Chiedere aiuto in qualunque forma non è una debolezza ma una grande forma di coraggio.

Quale sogno l’aspetta?
Mi piacerebbe cimentarmi con il cinema e voglio ruoli diversi da me quindi black, non dico cattiva, ma con un’anima nera come le mie dark lady preferite, da Nikita a Wanda degli Avengers.

A proposito di eroi, Blanca sembra avere una specie di costume d’ordinanza, è così?
Sì, il vestitino e la cintura sono come un’armatura proprio come nei supereroi.

Cosa rappresenta per lei?
Lei incarna la mia parte adolescente, quell’essere naive in modo esasperato con un pizzico di cinismo. Ho preso questo lato di me e l’ho esasperato. Mi sono resa conto ad un certo, punto, che io stesso avevo dei pregiudizi ma potevo superarli diventando uno strumento per sensibilizzare sull’empatia. Non che voglia fare lezioni, ma so che l’arte ha questo potere.

Lei ha subito pregiudizi?
Molti: quando sono arrivata a Roma per studiare mi davano della terrona per via delle mie origini foggiane. Il primo istinto è stato quello di tutelarmi nascondendole ma poi ho capito che terrona non è un insulto, ma un motivo d’orgoglio. Non è giusto prendere le distanze dalle proprie origini ed essere costretta a vergognarsene. Quindi sì, se qualcuno oggi mi chiama terrona lo prendo per quello che è, un complimento.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Luglio 2022, 19:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA