Giampaolo Morelli in "Gli uomini d'oro": «Criminali per caso? Tutta colpa della crisi»

Giampaolo Morelli in "Gli uomini d'oro": «Criminali per caso? Tutta colpa della crisi»

di Michela Greco
ROMA – «Il crimine è una professione, non ci si può improvvisare». È questo ciò che insegna quel pazzesco fatto di cronaca avvenuto a Torino nel ‘96, ora diventato il plot de Gli uomini d’oro di Vincenzo Alfieri, al cinema dal 7 novembre. Giampaolo Morelli, Fabio De Luigi, Giuseppe Ragone, Edoardo Leo, Matilde Gioli e Susy Laude sono sullo schermo gli uomini e le donne al centro della crime story su un gruppo di impiegati frustrati che si improvvisano rapinatori e finiscono in un gioco troppo pericoloso, perché «meglio 20 anni di galera che altri 20 anni alle poste». Attratti dal miraggio del denaro facile, pianificano il furto dei contanti del furgone portavalori con cui attraversano ogni giorno la città. Ognuno ha la sua motivazione, che il film restituisce con una narrazione che mostra gli stessi eventi da più punti di vista. Giampaolo Morelli è il napoletano Luigi, il motore della storia, che vede all’improvviso infrangersi il suo sogno della baby pensione.
Basta una delusione come questa per darsi al crimine?
«Luigi aveva il sogno di liberarsi da un impegno quotidiano, volare in Costa Rica e aprire un chiringuito. Era un sogno medio in un’epoca di benessere, imparagonabile al presente. Negli anni 90 sembrava più facile fare soldi, per questo la delusione è stata ancora più forte».
Lei ha mai avuto quel sogno esotico?
«Chi non lo ha avuto? Non posso dimenticare i miei inizi a Roma, appena arrivato da Napoli: non mi conosceva nessuno, facevo fatica e in tanti momenti di stress ho pensato di andare all’estero, magari in Thailandia».
Ultimamente ci sono diversi film che raccontano di persone che, pur non provenendo da ambienti criminali, cercano la svolta con un colpo. Secondo lei, perché?
«Oggi c’è una forte crisi e lo stress quotidiano è maggiore. La mia generazione vive a ritmi velocissimi e stressanti ottenendo sempre meno. Dobbiamo fare dieci volte la fatica che facevano i nostri genitori per avere un quarto di ciò che avevano loro, infatti in media si va via di casa a 35 anni. Credo che il desiderio di tutti sia uscire dalla ruota del criceto in cui ci ritroviamo a correre. Anche per gli attori è tutto cambiato rispetto alla generazione precedente».
Sta per esordire con un film da regista e ha molti progetti...
«Sì, siamo in post-produzione del mio Sette ore per farti innamorare, non so ancora quando uscirà. Nel frattempo ho fatto come attore Maledetta primavera di Elisa Amoruso, un film di formazione in chiave di commedia autoriale, e sto girando Divorzio a Las Vegas, una commedia romantica in cui recito accanto ad Andrea Delogu».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 30 Ottobre 2019, 08:26
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