Giampaolo Morelli, l'attore debutta come regista e il film salta la sala e va direttamente in streaming

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di Michela Greco
«Cosa mi manca? Guardare le persone in faccia, senza mascherina. Questa cosa è diventata alienante, non sappiamo nemmeno più con chi parliamo». Poco più di un mese fa, Giampaolo Morelli stava vivendo un momento professionale ricco, tra l’ottava stagione de L’ispettore Coliandro, i film Divorzio a Las Vegas e Maledetta primavera. Poi la serie cult dei Manetti Bros. È stato sospesa. 

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E ora Sette ore per farti innamorare, l’opera prima che ha tratto dal suo romanzo omonimo, invece di arrivare in sala esce, da lunedì 20, su SkyPrimaFila Premiere, Chili, Infinity, Rakuten Tv e TimVision. Accanto a lui, che ha il ruolo di protagonista - il giornalista economico Giulio - ci sono Serena Rossi in versione “maestra di rimorchio”, Diana Del Bufalo, la fidanzata che lo lascia per il direttore del suo giornale (Massimiliano Gallo) e Vincenzo Salemme, che guida la nuova rivista per cui Giulio va a lavorare.

Come mai hai scelto questa storia per esordire alla regia?
«Perché Federica Lucisano dopo aver letto il mio romanzo mi ha proposto di farne un film, ma non avrei mai immaginato di passare dietro la macchina da presa con una storia così, in cui era difficile trovare l’equilibrio giusto tra romanticismo e comicità. Da una parte si rischiava di cadere nella sit-com, dall’altra nel melenso».

Da buon partenopeo ha ambientato il tuo film in una Napoli da sogno
«Vedo la mia città come New York: un set a cielo aperto con un gran potenziale per ogni tipo di storia. Mi piaceva ambientarci una commedia romantica e mostrare una Napoli poco rappresentata, con la borghesia e la gente per bene. Ma sia chiaro: amo anche Gomorra».

Come vive il fatto che il film esce sulle piattaforme anziché al cinema?
«Quando si fa un film si pensa alla sala, ma due mi hanno convinto allo streaming: ora che si sta molto a casa è bello offrire un contenuto nuovo, un’opportunità di allegria, e poi ci vorrà tempo prima che le sale riaprano, intanto i film invecchiano».

Come passa le giornate in questo periodo?
«Sono tornato alle elementari: mio figlio grande ha quasi 7 anni e faccio la scuola digitale con lui. Ora sto alla scansione in sillabe. È un’occasione per fermarsi e stare di più con la famiglia, il che mi piace molto. Anzi, quando non lavoro la mia vita è simile alla quarantena».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Aprile 2020, 20:26
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