Genitori quasi perfetti, Foglietta e Calabresi: «Nel film si ride, nella realtà un po' meno»

Genitori quasi perfetti, Foglietta e Calabresi: «Nel film si ride, nella realtà un po' meno»

di Alessandra De Tommasi
Alessandra De Tommasi
ROMA - Oggi essere mamma e papà di bambini sembra una mission impossible. A raccontarlo con ironia ci pensa la commedia Genitori quasi perfetti, presentata in anteprima a Cinè, le giornate di cinema di Riccione e in sala il 29 agosto. 
Dopo mesi di drammoni familiari che hanno incluso politiche rieducative all’eterosessualità (Boy erased con Nicole Kidman) e padri distrutti dalla tossicodipendenza del figlio (A beautiful boy con Carell), le storie italiane raccontano con leggerezza una società sempre più governata dagli under 18 e dai loro dispositivi mobili. 
«Il film – ha spiegato alla platea dell’evento la regista Laura Chiassone – parla della contemporaneità. Tutto parte da una festa di compleanno che degenera mentre i genitori sono in piena ansia da prestazione social, dove si mostra una maschera un po’ ottusa di sé. Ci siamo permessi di ridere di noi stessi e di quello che siamo diventati».
Per farlo ha scelto un cast all star di coppie improbabili che include anche Lucia Mascino, Elena Radonicich, Anna Foglietta e Paolo Calabresi. L’attore di Boris la butta subito sul ridere: «Nella realtà ho quattro figli e quindi facendo due conti ho partecipato a circa seicenti feste solo alle elementari, una guerra civile in questo teatro assurdo. E infatti dopo dieci minuti i consigli tra genitori diventano un modo per dimostrare all’altro che è peggio di te nell’educare la prole. Si ride molto e poi ci si suicida». Scherzi a parte, dalle poche scene mostrate in anteprima a stampa ed esercenti, si capisce subito il tono tragicomico. Il risultato uscendo dalla sala? «Chi pensa di avere figli – continua – capisce il fallimento del proprio progetto prima ancora di iniziarlo».
Gli fa eco la collega Anna Foglietta, che nellal vita di figli ne ha tre, e nel frattempo è impegnata sul set del nuovo film di Carlo Verdone (Si vive una volta sola), dopo la vittoria del Nastro d’Argento: «Ormai siamo diventati genitori di una generazione ‘figliocentrica’, troppo occupati dal giudizio altrui e la storia mostra un affresco poliedrico di genitorialità, sia normale che alternativa. Che poi chi stabilisce cosa sia normale? Ecco allora che scende in campo una mamma lesbica, una single o genitori vegani». «Questi ultimi, tanto per capirci - continua - si lanciano nella preparazione di una torta all’acqua, priva di qualsiasi ingrediente tradizionale. La storia, insomma, vuole metterci di fronte ad uno specchio per sorridere di nevrosi e insicurezze del nostro tempo». 
Lucia Mascino, nel cast, aveva già affrontato il tema con autoironia nella serie Una mamma imperfetta di Ivan Cotroneo, dove gli standard altissimi delle mamme impeccabili mettevano in crisi le adorabili protagoniste. Ma non il pubblico, che invece s’identificava nei loro difetti proprio come si spera faccia anche di fronte a questo film surreale ma non troppo, almeno nelle premesse.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Luglio 2019, 09:14
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