Gary Oldman: «Il mio trauma? La separazione dei genitori. Sogno un film con Sorrentino»

L'attore al Giffoni: "Harry Potter? Con Daniel Radcliffe ho un rapporto paterno"

Gary Oldman: «Il mio trauma? La separazione dei genitori. Sogno un film con Sorrentino»

di Alessanda De Tommasi

Chiamatelo pure il Gary Oldman show: al Giffoni Film Festival il 64enne artista britannico si è persino messo a ballare sul palco, a dispetto della reputazione da attore compassato e ieratico. In partenza domani per Londra per la seconda stagione di “Slow Horses” (su AppleTV+), il Premio Oscar – accompagnato in Costiera da moglie e figlio – ha ripercorso la sua storia umana e professionale.

Non ha mai girato in Italia, le piacerebbe?
«Sogno un progetto con Paolo Sorrentino. Non so perché ma mi sono convinto che io e lui andremmo davvero d’accordo».
Il momento più delicato della carriera?
«Quando giravo “Sid & Nancy”, mi hanno detto che mio padre era morto. Non lo vedevo da 15 anni e mi è preso un colpo: tornare sul set il giorno dopo è stata la medicina migliore perché mi ha liberato la mente».
Da cosa?
«Quando avevo 7 anni ha lasciato mia madre ed è andato a vivere con un’altra donna. Pensavo di non essere degno di essere amato da lui e a quel trauma, a quel senso d’abbandono attingo ogni volta che ho un ciak drammatico da girare».
Uno in particolare?
«Francis Ford Coppola sul set di “Dracula” mi ha chiesto un fiume di lacrime e mi è stato utile».
Un altro regista a cui non sa dire di no?
«Christopher Nolan: mi ha voluto (anche se solo per un giorno) per il suo prossimo film, “Oppenheimer” (sul creatore della bomba atomica in uscita a luglio 2023, ndr), il che mi ha tirato fuori dallo stato di quasi-pensionamento in cui pensavo di trovarmi».
Potrebbe riuscirci anche Harry Potter, che lo ha visto nei panni del padrino del maghetto?
«Mai dire mai, anche se nei prequel di “Animali Fantastici” non mi sembra realistico un mio ritorno… ma non sono multitasking, mi concentro solo su un progetto alla volta».
Un ricordo dal set?
«Mi sono fatto regalare gli stivali del personaggio, Sirius Black, ma quello che mi porterò nel cuore è il rapporto quasi paterno che ho stabilito con Daniel (Radcliffe, il protagonista, ndr). D’altronde proprio per questo ho accettato il ruolo, per permettere ai miei due figli più piccoli di poter finalmente guardare un mio film».
“L’ora più buia” le ha regalato l’Oscar. Cosa direbbe Winston Churchill delle crisi politiche attuali?
«Le parole esatte non le so, ma di certo si sta rivoltando nella tomba».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Luglio 2022, 08:37
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