Filippo Timi: «Io, cinghiale trasformato in una signora da Favola»
di Michela Greco
Timi, sente di avere qualcosa in comune col suo personaggio?
Quando ero piccolo mi capitava di vestirmi da donna, con la sigaretta che pendeva dalla bocca, ma la verità è che sono un cinghiale umbro e con Favola ho sperimentato una grande trasformazione.
Come è stato vestire abiti femminili?
Sono un uomo che si fa poco la barba, che la mattina è pronto in pochi minuti con un jeans e una maglia, qui ho dovuto mettermi dei vestiti ingombranti e camminare sui tacchi con i miei piedi taglia 47. Per fortuna da piccolo ho fatto pattinaggio artistico, mi ha aiutato molto.
Favola dice molto sul rapporto tra i sessi...
C'è tutto l'immaginario anni Cinquanta, un’epoca in cui le pubblicità proponevano slogan del tipo “Più la donna fatica in casa, più è bella agli occhi del marito”. Da allora sono stati fatti molti passi avanti, ma c'è ancora molto da fare per arrivare alla parità. Basta vedere quante donne ci sono al potere: troppo poche.
Proprio in questi giorni un ministro ha detto che non esistono le coppie arcobaleno…
Questo film capita a fagiolo per rivendicare la propria identità in nome dell’amore. Ahimé c’è chi dice che le famiglie arcobaleno non esistono, ma sono una realtà, più di centomila. Favola è anche un inno a tutto questo e alla rivendicazione del femminile, sono contento che esca proprio ora.
So che sta preparando il suo nuovo spettacolo teatrale.
Sì, sarò in scena il prossimo autunno con la pièce che ho scritto, dirigerò e interpreterò. Racconto la storia di un cavaliere perugino del 1600 che va in battaglia.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Giugno 2018, 09:40
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