Ezio Greggio al timone a Montecarlo: «Benvenuti nel mio Festival, dove la risata è un dovere»

Ezio Greggio al timone a Montecarlo: «Benvenuti nel mio Festival, dove la risata è un dovere»

di Paolo Travisi

Il Montecarlo Film Festival de la Comédie rispecchia l’anima del suo creatore, Ezio Greggio, che da 19 anni ci mette faccia e cuore per strappare una risata al pubblico festivaliero. Dal 25 al 30 aprile, otto film in concorso e fuori concorso, con l’obiettivo di offrire spunti di riflessione divertendo, andando oltre la cupezza dei nostri tempi.

La risata non si può fermare mai. Da comico professionista, è un dovere?

«Si, lo è. Comici e commedia devono lanciare messaggi forti in periodi come questo; al cinema, il racconto dei drammi serve a non soccombere alla dura realtà, strappare una risata credo sia un’opera meritoria. Noi abbiamo fatto un festival anche nei due anni difficili del Covid, a maggior ragione quest’anno».

Il Festival nacque insieme a Mario Monicelli. Come?

«Con Monicelli ci incontravamo a Roma e ci dicevamo spesso, perché non ci fosse un festival dedicato alla commedia, il genere più amato dal pubblico. Ne parlai col Principe Ranieri e fu entusiasta di legare Monaco all’idea del sorriso. Quando lo dissi a Monicelli si commosse ed ogni volta che veniva lo premiavo, ma lui mi diceva ora basta».

A capo della giuria, Paul Haggis, premio Oscar per Crash. Come l'ha convinto?

«Haggis è una persona ironica, amante della commedia e profondo conoscitore del cinema, molto adatto al nostro festival, dove la qualità dei film supera il genere e si giudica il prodotto nel suo insieme».

Come sceglie i film?

«C’è un gruppo di lavoro in Italia, Francia e Stati Uniti, che inizia a vedere e proporre film di ogni parte del mondo, da maggio all’anno successivo.

Spesso il film che vince il premio come migliore commedia europea, noi lo abbiamo presentato mesi prima. E siamo orgogliosi di avere film italiani e molti stranieri di paesi lontani, perché abbiamo un pubblico internazionale».

Come regista non dirige dal 2011. Cos'è successo?

«Faccio i film da regista quando sento l’esigenza e non posso affidarli ad altri, ma io prima sono attore, fare il regista non è la mia destinazione finale».

Serie già fatte in passato, ma la farebbe oggi per lo streaming?

«Progetti ce ne sono e per fortuna ci sono le piattaforme, su Amazon ho visto tanti bravi colleghi comici, nel momento in cui arriverà l’occasione giusta lo farò con immenso piacere».

Il politicamente corretto. Oggi molte battute anni 80 non si potrebbero ripetere. Erano sbagliate allora oppure oggi si è perso il lume della coscienza?

«Credo che oggi sia un eccesso, questo politicamente corretto è una stronzata totale. Il nostro Festival è la dimostrazione che si possono toccare anche tematiche scottanti, che fanno discutere la giuria. La battuta anche feroce contiene sempre grandi verità e chi vuole stoppare la libertà va combattuto con la battuta».

Possiamo dire che Ezio Greggio non sarebbe stato Ezio Greggio senza l'incontro con Gianfranco D’Angelo?

«Nella lunga fila di persone importanti nella mia vita, ci metto Gianfranco, per me è stato un fratello, lo sentii due giorni prima che morisse, abbiamo riso fino all’ultimo. Lo porto nel mio cuore».


Ultimo aggiornamento: Sabato 30 Aprile 2022, 13:01
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