Elio Germano: «I politici? Mi fanno più paura le masse sovraeccitate»

Elio Germano: «I politici? Mi fanno più paura le masse sovraeccitate»

di Michela Greco
ROMA – Santo, poeta, operaio o Pr col pelo sullo stomaco. Come tutti i migliori attori, Elio Germano sa immergersi nelle esistenze più diverse con la stessa credibilità e forza emotiva. Nella vita reale niente può strapparlo dall'ambiente popolare che ama e frequenta – a Roma, la sua città, lo si vede spesso a San Lorenzo o al Pigneto – ma sul grande schermo può diventare di tutto. Stavolta, per Daniele Luchetti, è diventato un giovane padre caduto in miseria in Io sono tempesta - al cinema dal 12 aprile - in cui recita al fianco di Marco Giallini.



Commedia, satira sociale, favola, come definirebbe questo film?

È una fiaba sul potere del denaro che ha per protagonista un imprenditore moderno, di quelli che sfruttano l'economia immateriale, uno talmente ricco da usare come casa un intero hotel. Quando gli viene contestato un reato è costretto a fare un anno di servizi socialmente utili in un centro per poveri, dove deve misurarsi con persone con cui non aveva mai avuto nulla a che fare.

Fa pensare a Berlusconi...

In realtà è una tipologia di manager molto diffusa nel mondo, visto che spesso l'economia è gestita come un gioco d'azzardo da personaggi oscuri. Questo film ci dice che i poveri ci fanno paura, ma se possiamo usarli per un tornaconto personale, come fa Numa/Giallini, non li vediamo più come dei diversi. E che, a loro volta, anche i poveri sono pronti a fregare gli altri se possono ottenere qualcosa. In questo caso è l'interesse ad abbattere le barriere.

È un film sul potere del denaro, diceva...

Oggi avere un posto di lavoro e uno stipendio è visto come il risultato di una vita, qualcosa a cui associare la felicità, ma spesso quando ottieni ciò che volevi non trovi la soddisfazione promessa. Chi lavora nei centri di accoglienza trae soddisfazione non dai soldi o da una posizione sociale, ma dal fare qualcosa per gli altri.

Sta per girare Volevo nascondermi, in cui interpreterà il pittore Ligabue...

Siamo nella fase di preparazione, che io amo molto perché mi permette di scoprire la complessità di personaggi di cui mi illudevo di sapere già molto. Mi è successo sempre, anche con Leopardi, San Francesco e Nino Manfredi: approfondendo le loro storie ho scoperto un mix di bene e male e molte contraddizioni che non mi aspettavo.

Lei che è molto impegnato nel sociale, come sta vivendo questa fase politica?

Sono sempre dell'idea che la politica si faccia in luoghi diversi dal Parlamento. Se c'è qualcosa che mi fa paura non sono i politici ma la gente, le masse sovreccitate che applaudono o condannano senza farsi domande. Quelli che, se le cose non vanno, se la prendono con gli stranieri.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Aprile 2018, 12:55
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