Damien Chazelle: «Da Federico Fellini al film Babylon con Brad Pitt»

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di Alessandra De Tommasi

Riservato fino a sfiorare la timidezza cronica: il regista 37enne Damien Chazelle, Premio Oscar per La La Land, arriva a Roma quasi in punta di piedi per l'incontro con la stampa italiana. A urlare (e darsi alla baldoria estrema) ci pensano invece Brad Pitt, Margot Robbie e tutti i personaggi di Babylon (da giovedì in sala), ritratto oltraggioso della Hollywood che dagli Anni Venti ai Cinquanta si concede eccessi, oscenità e vizi, tra droghe e abusi sessuali.

Quanto è lontana questa immagine dallo showbusiness di oggi?

«La differenza è abissale: all’epoca Hollywood non godeva del rispetto della società perbene, il cinema non si considerava una forma d’arte, ma un girone dantesco popolato di gente in cerca del paradiso, un po’ Babilonia, un po’ Sodoma e Gomorra. Oggi il cinema è invece pavido, conformista, moralista e puritano. Ci manca quella libertà: forse è stata messa a tacere».

A chi si è ispirato?

«Sono partito dai capolavori italiani, ho guardato a Federico Fellini e La dolce vita. Quelle pellicole raccontavano la società attraverso il prisma del dovere e del piacere, passando dai set alle feste.

Io faccio qualcosa del genere: parlo di speranze e sogni partendo dai toni della commedia, con un interludio horror per finire in tragedia».

Oltreoceano qualche critico ha definito le scene troppo esplicite. Se lo aspettava?

«Sì ed era quello lo scopo: un progetto controverso come questo richiedeva uno shock come risposta. Non cercavo di celebrare la Hollywood scintillante ma scavare a fondo su cosa vuole spesso nascondere sotto il tappeto, mostrare quello che non vogliono farvi vedere. Ci lavoro da 15 anni e volevo provocare proprio questo senso di fastidio per innescare un dibattito sul cambiamento».

Era necessario ricorrere a tante oscenità?

«Mi sono dovuto trattenere: la realtà è stata peggiore di come la racconto io. Quell’ambiente era considerato volgare, per non dire pornografico. C’è del marcio nella reputazione di Hollywood perché è nata tra i peccati e i vizi, un’industria finanziata da criminali, immigrati e reietti, gente nata povera che si ritrovava immersa in smisurata ricchezza. Il che, ovviamente, ha dato origine a follia e isteria di ogni genere».

A lei come ha cambiato la vita il Premio Oscar?

«Mi ha aperto molte porte: senza la statuetta dubito che qualcuno mi avrebbe dato i soldi per finanziare un film come Babylon, a dir poco dissacrante».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Gennaio 2023, 14:13
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