Guzzanti: «La mia recita di Natale scatena una guerra mondiale»

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di Michela Greco
Organizzare una recita natalizia che includa tutte le religioni del mondo è davvero un gesto di integrazione? Cercare di portare armonia e luce nelle controversie con atteggiamento conciliante significa essere sinceramente accoglienti? Il pregiudizio potrebbe arrivare persino, in una reazione a catena, a scatenare la Terza Guerra Mondiale? In tempi difficili in cui l’odio serpeggia nelle strade e sulle tastiere dei computer, La prima pietra di Rolando Ravello - al cinema da giovedì - prova a rispondere a queste domande con una commedia cattivella e molto divertente che ha tra i suoi protagonisti un Corrado Guzzanti in grandissima forma. “Raccontiamo la storia di un piccolo incidente in una scuola multiculturale – racconta l’attore, visto in questi giorni anche tra gli ospiti de La tv delle ragazze – ovvero la pietra lanciata da un bambino, che rompe un vetro. Da episodio poco significativo, questo evento diventa un casus belli enorme, una specie di valanga che rotola inesorabile verso il finale”. Guzzanti di questa scuola è il preside, uno che le prova – goffamente - tutte pur di mettere d’accordo il bidello e la moglie colpiti accidentalmente dalla pietra (Valerio Aprea e Iaia Forte) con la mamma e la nonna musulmane del bimbo che l’ha lanciata (Kasia Smutniak e Serra Yilmaz). “Il mio personaggio è quello di un povero disperato che evidentemente si illude di avere delle capacità diplomatiche e seduttive per risolvere rapidamente la situazione, ma in realtà è inadeguato e tutto gli esplode in faccia. Più fa sforzi per conciliare e peggio vanno le cose. La cosa interessante è che tutto accade in un mondo in cui, come è naturale e realistico, per i bambini non esiste nessun reale problema di accoglienza, i più piccoli sono anzi ostaggio e oggetto delle rivendicazioni dei genitori”. Tutto concentrato sulla recita, anzi sul “musical”, in cui può sfogare le sue velleità da regista, il preside Ottaviani cerca infatti di sbrigare rapidamente la controversia, ma questa si ingigantisce fino a sfiorare il conflitto geopolitico e a far sbroccare persino la maestra buddhista (Lucia Mascino). “La prima pietra racconta - continua Guzzanti - in modo a tratti spietato e sicuramente grottesco, che il pensiero ingenuo sull’integrazione è poco realistico. Ci vuole un grande impegno e un lavoro culturale profondo per far sì che l’integrazione riesca. Siamo abituati a pensare al tema degli immigrati sui barconi, ma c’è tutto un altro fronte in cui, più che investire soldi e risorse, bisognerebbe investire in cultura”.
Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Dicembre 2018, 16:14
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