Claudio Amendola: «Questa Italia mi preoccupa»

Claudio Amendola: «Questa Italia mi preoccupa»

di Ilaria Ravarino
In Hotel Gagarin, opera prima di Simone Spada al cinema da domani, Claudio Amendola è Elio, un elettricista che si reinventa tecnico delle luci per entrare a far parte di una sgangherata troupe cinematografica diretta in Armenia. Un ruolo, dice l’attore, “che rientra nel 70% dei personaggi che mi affidano. Coatti, romanacci, o meglio ancora: uomini di strada”.

E allora perché farne un altro?

Perché Hotel Gagarin è un film libero, è un’opera che si prende la libertà di parlare di sogni e di farlo con una leggerezza gentile da commedia. E poi io e Simone Spada ci siamo incontrati tante volte, sui set in cui lui lavorava come assistente alla regia e io come attore: è la sua prima regia e sembra già navigatissimo. 

Cosa le piace di Elio?

La sua voglia di cambiamento mista a quell’indolenza che amo raccontare in tutti i personaggi romani che interpreto.

Non ha voglia di cambiare? Interpretare un cattivo...

Ho capito di aver raggiunto il mio massimo da attore. Non ho più voglia di arrampicarmi sugli specchi per fare cose che non sono nelle mie corde. Non dico di voler smettere, ma preferisco concentrare le mie energie su regia e scrittura.

Però il web l’ha candidato per rimpiazzare Kevin Spacey in House of Cards.

Mi sentivo lusingato. Poi ho pensato che forse quel ruolo non porta molto bene. Sto bene cosi, grazie.

Lavora a un nuovo film da regista?

Due progetti, uno per la tv e uno per il cinema. Quello per la tv non credo sia adatto a una rete generalista. Sono affascinato dalla nuova serialità e mi piacerebbe lavorare con i nuovi player, Netflix, Amazon...

Cannes ha bandito Netflix.

E va bene così. Cannes è un’isola felice e va preservata, non discuto la sua scelta. Manteniamola così, con il suo glamour e il veto ai selfie. È il posto giusto per quel tipo di rituale, per eventi importanti e seri come la manifestazione delle donne. Ma il futuro, fuori da là, non va fermato. Io avrei una proposta.

Dica.

Per me i film dovrebbero andare in contemporanea in rete e al cinema, a un prezzo giusto e controllato. Io continuerò ad andare al cinema a vedermelo, ma mio figlio, che ha 19 anni, due ore al cinema non le spende. Capisco che le sale abbiano paura della novità.

Recentemente ha provocato anche la politica. Pentito di aver elogiato Salvini?

No, confermo e rincaro: Salvini è il miglior politico degli ultimi quarant’anni. Ho visto fior di opinionisti cambiare idea e dire che avevo ragione. Visto la sinistra? È finita sotto a una valanga, in Val d’Aosta. Sono seriamente preoccupato per l’Italia.

E l’Italia per lei. Dopo l’infarto sta meglio?

Sto molto meglio di prima. Ho perso 13 chili, ho smesso di fumare. E nemmeno è stato difficile: dopo che passi una notte in terapia intensiva la voglia ti passa all’istante.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Maggio 2018, 09:45
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