Un appuntamento da brivido: a Cinè, le giornate professionali di cinema di Riccione (5-8 luglio), lo scrittore Donato Carrisi è tornato a presentare il nuovo film, Io sono l’abisso. Il progetto, tratto dall’omonimo bestseller Longanesi, in arrivo nelle sale italiane in autunno per Vision Distribution, è finora rimasto top secret.
Il celeberrimo autore pugliese torna per la terza volta dietro la macchina da presa dopo La ragazza nella nebbia e L’uomo del labirinto. E alza l’asticella per regalare al pubblico una storia al cardiopalma: “Abbiamo blindato il set – parole sue – e non abbiamo comunicato neppure il cast. La vicenda, ambientata sul Lago di Como, ha protagonisti senza nome.
“L’uomo che pulisce” è uno che uccide donne bionde over 60 studiandone le abitudini attraverso la spazzatura. Le cose che gettiamo via parlano di noi.
Un giorno però accade qualcosa d’imprevista: scorse a riga “la ragazzina dal ciuffo viola” che sta per annegare e la salva, per poi scappare. Sa che la sua invisibilità è a rischio ma non crede che l’adolescente sia finita in acqua per sbaglio mentre scattava un selfie, come si dice in giro. È convinto che l’accaduto non sia stato un incidente, si è buttata.
Bizzarro pensare che un assassino seriale faccia il buon samaritano? “Niente affatto. Mi sono laureato con una tesi sui serial killer e ho notato che è un tratto comune in tutti loro”.
Il mistero s’infittisce quando “la cacciatrice di mosche” – come spiega l’autore – entra in scena: “lei si occupa di donne vittime di violenza ed è l’unica a capire che il colpevole ha commesso un errore. Nel frattempo un’altra storia scorre nell’abisso, sotto i piedi dello spettatore, e quando emerge lascia tutti di stucco”. Le anticipazioni, però finiscono qui: “Voglio che il pubblico porti il libro fuori dalla sala, che ne parli una volta uscito dal cinema e che si chieda se si possa schierare per il mostro. La verità è che nessuno è solo buono o solo cattivo e qui mettiamo in scena l’animo umano in maniera grandiosa. Basti pensare che per l’ultima scena abbiamo buttato addosso agli attori 48 mila litri d’acqua. D’altronde il cinema sogna in grande e se rimpiccioliamo gli schermi finiamo per ridimensionare anche la capacità di sognare”.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Luglio 2022, 19:56
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