CineGiornate di Riccione, Donato Carrisi: «Io sono l'abisso: il mio nuovo film vi lascerà di stucco»

CineGiornate di Riccione, Donato Carrisi: «Io sono l'abisso: il mio nuovo film vi lascerà di stucco»

di Alessandra De Tommasi

Un appuntamento da brivido: a Cinè, le giornate professionali di cinema di Riccione (5-8 luglio), lo scrittore Donato Carrisi è tornato a presentare il nuovo film, Io sono l’abisso. Il progetto, tratto dall’omonimo bestseller Longanesi, in arrivo nelle sale italiane in autunno per Vision Distribution, è finora rimasto top secret.

Il celeberrimo autore pugliese torna per la terza volta dietro la macchina da presa dopo La ragazza nella nebbia e L’uomo del labirinto. E alza l’asticella per regalare al pubblico una storia al cardiopalma: “Abbiamo blindato il set – parole sue – e non abbiamo comunicato neppure il cast. La vicenda, ambientata sul Lago di Como, ha protagonisti senza nome.

“L’uomo che pulisce” è uno che uccide donne bionde over 60 studiandone le abitudini attraverso la spazzatura. Le cose che gettiamo via parlano di noi.

Un giorno però accade qualcosa d’imprevista: scorse a riga “la ragazzina dal ciuffo viola” che sta per annegare e la salva, per poi scappare. Sa che la sua invisibilità è a rischio ma non crede che l’adolescente sia finita in acqua per sbaglio mentre scattava un selfie, come si dice in giro. È convinto che l’accaduto non sia stato un incidente, si è buttata.

Ecco allora che al centro del thriller non c’è l’omicidio ma una buona azione”.

Bizzarro pensare che un assassino seriale faccia il buon samaritano? “Niente affatto. Mi sono laureato con una tesi sui serial killer e ho notato che è un tratto comune in tutti loro”.

Il mistero s’infittisce quando “la cacciatrice di mosche” – come spiega l’autore – entra in scena: “lei si occupa di donne vittime di violenza ed è l’unica a capire che il colpevole ha commesso un errore. Nel frattempo un’altra storia scorre nell’abisso, sotto i piedi dello spettatore, e quando emerge lascia tutti di stucco”. Le anticipazioni, però finiscono qui: “Voglio che il pubblico porti il libro fuori dalla sala, che ne parli una volta uscito dal cinema e che si chieda se si possa schierare per il mostro. La verità è che nessuno è solo buono o solo cattivo e qui mettiamo in scena l’animo umano in maniera grandiosa. Basti pensare che per l’ultima scena abbiamo buttato addosso agli attori 48 mila litri d’acqua. D’altronde il cinema sogna in grande e se rimpiccioliamo gli schermi finiamo per ridimensionare anche la capacità di sognare”.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Luglio 2022, 19:56
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