Carlo Verdone ricorda Gigi Proietti: «Alberto Sordi diceva: 'È il migliore sul palcoscenico'»

Carlo Verdone ricorda Gigi Proietti: «Alberto Sordi diceva: 'È il migliore sul palcoscenico'»

di Silvia Natella

«Oggi ci lascia un attore gigantesco». Carlo Verdone ricorda così Gigi Proietti, scomparso nel giorno del suo ottantesimo compleanno. L'artista romano, tra i più amati, saluta un simbolo della sua città, ma anche un amico. «Sul palcoscenico tra i migliori se non il migliore. Enorme presenza scenica, maschera da attore dell'antica Roma, tempi recitativi sublimi. Era un volto che rassicurava che l'identità di questa città ancora vive. Discepolo di Ettore Petrolini, forse più volte ha superato il suo maestro. Autorevolezza, cultura, generosità e umiltà. Questo era Gigi Proietti», scrive Verdone sui social a corredo di una foto con il maestro.

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Interpellato da Rai News24 in diretta televisiva, continua nel suo ricordo: «Innanzitutto era una persona molto umile, generosa, molto spiritosa, colta. Aveva un volto da attore dell'antica Roma, era un'immagine e un'identità. Quando lo vidi per la prima volta in "A me gli occhi please" imparai i tempi recitativi. Alberto Sordi era d'accordo con me: era il migliore sul palcoscenico».

Non era solo un talento, ma aveva dimostrato una grande dedizione all'insegnamento: «Tutti gli attori che venivano dalla sua scuola erano tutti bravi attori, quando li provinavo si sentiva che avevano avuto un grande maestro.

Non sarebbe male intitolare il Teatro Brancaccio a lui. Quel volto ci illudeva che un'anima questa città ancora ce l'ha.  Credo però che è stato amato in tutta Italia, era così completo. Ha fatto film importanti, ma è sul teatro che va soprattutto ricordato». 

«Ai giovani consiglio di guardare "A me gli occhi please". In quello spettacolo c'è la summa di tutto quello che avrebbe fatto dopo. Devono vedere Gigi Proietti sul palcoscenico da solo, lì si capisce che cosa vuol dire essere attore. La sua scomparsa ci lascia un vuoto; evidentemente questo 2020 è stato un anno da dimenticare», conclude il regista. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Novembre 2020, 11:53
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